“Vi
fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni” (Gv 1, 1-18)
Il
professore di liturgia si presentò con un foglio che aveva fatto stampare
proprio per noi. Era il Prologo del Vangelo di Giovanni senza gli incisi
riguardanti Giovanni il testimone. Praticamente mancavano i versetti 6-8 e 11
del primo capitolo del Vangelo. Sembrano siano stati messi nell’inno originario,
sicuramente dallo stesso evangelista, per controbattere quanti ritenevano che il
Messia fosse Giovanni e non Gesù. Due secoli dopo quegli avvenimenti c’erano
ancora gruppi di discepoli del Battista.
Il
discorso sul Verbo che si fa carne fila alla perfezione, senza quei due incisi.
In effetti il Lezionario attuale li mette tra parentesi, così da ometterli in
caso di lettura breve del Vangelo.
In
questa seconda domenica dopo Natale quei due incisi – supposto che siano tali –
mi suonano bene come mai. L’evangelista non definisce mai Giovanni come il Battista.
Qui è chiamato “il testimone” e per due volte la sua azione è designata come “rendere
testimonianza”. Il termine greco è “martire”. La testimonianza di Giovanni è
decisa, totale, fino a dare la vita per la Verità.
Egli è
la lampada che rischiara durante l’attesa della notte; quando sorge il sole, la
Luce, la lampada si può spengere.
Egli è
la voce, ma Gesù è la Parola, il Verbo: il suono della voce scompare come un
soffio, ricorda Agostino, mentre la Parola da esso veicolata rimane.
Egli è
l’amico dello sposo, che fa i preparativi per le nozze, prende gli accordi con
i genitori della sposa, si fa tramite dei messaggi alla sposa. Ma quando arriva
lo Sposo egli si ritrae in buon ordine.
Non è
una figura meravigliosa Giovanni in questo Natale?
Ha preparato
tutto con cura, e ora che Gesù è apparso la sua missione è compiuta.
La sua
vita è tutta in funzione di Gesù, per metterlo in mostra. “Seguitelo”, dirà ai
suoi discepoli; e Giovanni e Andrea danno retta al maestro e trovano il
Maestro, e “rimasero con lui”. E l’antico maestro? Come lampada ha lasciato il
posto alla Luce, come voce alla Parola, come amico dello sposo allo Sposo.
Giovanni
non vive per sé, ma per portare a Gesù: ne è il testimone, fino alla fine, fino
alla morte.
Quanto
abbiamo da imparare da questo uomo che si decentra per mettere al centro Gesù!
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