I
magi rimangono sempre personaggi misteriosi che continuano a esercitare uno
straordinario fascino. Chi erano, quanti erano, da dove venivano, cosa li aveva
mossi verso la Giudea?
E la
stella? Era una cometa? Ma al tempo della nascita di Gesù non sono apparse
comete. E poi il Vangelo dice che “si fermò sopra il luogo dove si trovava il
bambino”, ben strano.
Sembra
che i magi-astrologi abbiano visto l’apparire di una stella (una super nova?)
nella zona del cielo che, secondo le credenze e le mappature celesti del tempo, corrispondeva al
popolo d’Israele. Era dunque il segno che in quel popolo era nato un grande personaggio,
un re?
Comunque
siano andate le cose i magi sono persone in ricerca, attente ai segni (i segni
dei tempi diremmo), pronte a tutto per giungere alla verità, anche a intraprendere lunghi viaggi.
Alla fine vengono appagati: finalmente, dopo incertezze e momenti di buio, “provarono una grandissima gioia” e trovarono quello che cercavano, certamente
molto di più di quello che si sarebbero immaginati, se finirono per adorare il
bambino.
È indubbiamente
un racconto vero e insieme una parabola che ci insegna a cercare sempre, anche
quando le certezze che ci guidano – la stella – si eclissano, a non esitare a chiedere
aiuto quando siamo in difficoltà, a non desistere anche quando si è
circondati da persone cattive come Erode.
Ci danno la speranza che la stella brillerà, che troveremo finalmente la meta, e sarà "grandissima gioia".
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