Le tragedie che si consumano lontano da noi, come quelle di
questi giorni in Siria, in Cile, in Venezuela…, per quanto le seguiamo con
intensità, rimangono sempre lontane.
La letteratura ha il potere di avvinarle, almeno un po’,
perché penetra in alcuni particolari che le rendono più vive, più umane.
Così fa il libro di Lucia Capuzzi, Il giorno prima della
pace.
Un saggio, un romanzo, una storia vera? Di fatto la guerra più lunga
dell’Occidente che si è combattuta in Colombia, grazie a questa pagine mi si è fatta più intelligibile, prendendo
intelligenza e sentimento.
Otto milioni e mezzo di vittime, tra uccisi,
sequestrati, torturati, orfani, sfollati, rimangono troppi. Cosa vuol dire una
cifra simile? È un numero matematico, ma come posso immaginarlo?
E poi cosa è veramente accaduto in quella lotta sanguinaria
tra militari e gruppi guerriglieri e narcotrafficanti? Da che parte stava la
verità e la giustizia? Sembrano tutte uguali queste guerre combattute in
maniera strana in quei Paesi sudamericani dai confini incerti…
Lucia Capuzzi non racconta la guerra. Racconta di tre donne
i cui volti si fanno sempre più concreti, visibili, familiari: una
guerrigliera, una sequestrata, la mamma di un figlio nell’esercito e uno nei
guerriglieri. Tre universi lontani tra loro, incapaci di comunicare. Eppure
ognuna delle donne – ognuno degli universi – vive lo stesso dramma, con
sentimenti di rabbia, paura, odio… Fino a quando, senza sapere l’una dell’altra,
le storie si avvicinano, così come le tre donne si incamminano verso una comune destinazione,
il Parco de las Malocas a Villavicencio, per incontrare, l’8
settembre 2017, papa Francesco, che aveva varcato l’Oceano per recarsi in un
solo Paese, la Colombia appunto, quasi a siglarne la pace.
Tre donne soltanto. Accompagnandole nelle loro storie mi è
facile condividerne i drammi, i sentimenti, le speranze ed intuire un mondo che
altrimenti rimarrebbe troppo vasto, enigmatico.
Tre donne che nonostante le violenze disumane, rimangono
umane e sono più forti della guerra.
Tre donne distante tra di loro eppure unite da una forza
vitale: “A Laura, Natalia e Guadalupe la guerra ha strappato affetti, certezze,
interi pezzi di esistenza. Tutto o quasi, tranne la determinazione a camminare
verso un futuro di passi piccoli, ma ostinati”.
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