mercoledì 9 ottobre 2019

Sant'Eugenio de Mazenod e san John Henry Newman


Era il 9 ottobre 1845 quando John Henry Newman entrò a far parte della Chiesa cattolica. Proprio oggi, in quell’anniversario e alla vigilia della sua canonizzazione, casualmente mi trovo tra mano una sua biografia che leggo tutta d’un fiato. Non immaginavo che la sua onestà intellettuale e la sincera ricerca della verità avessero suscitato tante contrarietà da parte anglicana e cattolica, e causato tante sofferenze.

Ricordo un esame che sostenni nel 1974 con Giovanni Velocci, un grande studioso di Newman. Per l’occasione presentai un testo su come Eugenio de Mazenod vedeva il Movimento di Oxford e sul suo rapporto con Newman. Chissà dove sarà andato a finire quello scritto.
Ricordo soltanto che i due si incontrarono nel 1850 in Inghilterra. Gli Oblati avevano ereditato la casa di Maryvale dove Newman aveva dato vita all’Oratorio. L’anno prima sant’Eugenio aveva scritto a p. Arnoux che aveva appena preso possesso della casa: «Eccovi dunque sistemato nella vostra santa dimora che, ne sono certo, nelle vostre mani non verrà meno alla sua giusta fama. È un'eredità delicata. Succedere a tanti uomini celebri per il loro sapere e la loro santità non è poca cosa: mi sembra che gli occhi di tutta l'Inghilterra sono fermi su di voi e che ci si aspettano grandi esempi di virtù nei luoghi santificati dai Milner, dai Newman, ecc. Non cesso di meravigliarmi vedendovi stabiliti in questo luogo, e non cesso dal ringraziarne il Signore dal profondo dell'animo».

Domenica prossima, quando Papa Francesco proclamerà Newman santo, in cielo i due faranno festa insieme. Forse ricorderanno il loro incontro a Londra in quella estate del 1850…
A me lascio che Newman ripeta quanto affermava in un suo sermone all’università di Oxford il 2 febbraio 1843, quando era ancora anglicano: «Santa Maria è il nostro modello di fede, sia nell’accoglienza sia nello studio della divina volontà. Per lei non è sufficiente riceverla, ma dimora in essa; non è sufficiente assentirvi, ma la sviluppa; non è sufficiente sottomettere la ragione, ma ci ragiona sopra; non però prima ragionare e poi credere, come fece Zaccaria, ma prima credere senza ragionare; infine, con amore e riverenza, ragionare dopo aver creduto».

1 commento:

  1. Thank you for the blog on John Henry Newman, Fabio!
    Greg and I really enjoyed reading the information and have looked further into his history because of this!!
    Your blogs are so interesting. Cathy, Canada

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