Era il 9 ottobre 1845 quando
John Henry Newman entrò a far parte della Chiesa cattolica. Proprio oggi, in
quell’anniversario e alla vigilia della sua canonizzazione, casualmente mi
trovo tra mano una sua biografia che leggo tutta d’un fiato. Non immaginavo che
la sua onestà intellettuale e la sincera ricerca della verità avessero suscitato
tante contrarietà da parte anglicana e cattolica, e causato tante sofferenze.
Ricordo un esame che sostenni nel
1974 con Giovanni Velocci, un grande studioso di Newman. Per l’occasione
presentai un testo su come Eugenio de Mazenod vedeva il Movimento di Oxford e sul
suo rapporto con Newman. Chissà dove sarà andato a finire quello scritto.
Ricordo soltanto che i due si
incontrarono nel 1850 in Inghilterra. Gli Oblati avevano ereditato la casa di Maryvale
dove Newman aveva dato vita all’Oratorio. L’anno prima sant’Eugenio aveva
scritto a p. Arnoux che aveva appena preso possesso della casa: «Eccovi dunque
sistemato nella vostra santa dimora che, ne sono certo, nelle vostre mani non
verrà meno alla sua giusta fama. È un'eredità delicata. Succedere a tanti
uomini celebri per il loro sapere e la loro santità non è poca cosa: mi sembra
che gli occhi di tutta l'Inghilterra sono fermi su di voi e che ci si aspettano
grandi esempi di virtù nei luoghi santificati dai Milner, dai Newman, ecc. Non
cesso di meravigliarmi vedendovi stabiliti in questo luogo, e non cesso dal
ringraziarne il Signore dal profondo dell'animo».
Domenica
prossima, quando Papa Francesco proclamerà Newman santo, in cielo i due faranno
festa insieme. Forse ricorderanno il loro incontro a Londra in quella estate
del 1850…
A me
lascio che Newman ripeta quanto affermava in un suo sermone all’università di
Oxford il 2 febbraio 1843, quando era ancora anglicano: «Santa Maria è il
nostro modello di fede, sia nell’accoglienza sia nello studio della divina
volontà. Per lei non è sufficiente riceverla, ma dimora in essa; non è
sufficiente assentirvi, ma la sviluppa; non è sufficiente sottomettere la
ragione, ma ci ragiona sopra; non però prima ragionare e poi credere, come fece
Zaccaria, ma prima credere senza ragionare; infine, con amore e riverenza,
ragionare dopo aver creduto».
Thank you for the blog on John Henry Newman, Fabio!
RispondiEliminaGreg and I really enjoyed reading the information and have looked further into his history because of this!!
Your blogs are so interesting. Cathy, Canada