Ma è proprio vero che l’altro è trasparenza della bellezza di
Dio?
Ci sono persone bellissime, che mi
attraggono e mi richiamano la bellezza di Dio.
Ci sono persone bruttissime,
scostanti, che sembrano allontanarmi da Dio.
Ad Assisi dovrò parlare della bellezza di essere cristiani. Penso
che la bellezza di essere cristiani consiste nello scoprire la bellezza anche
nella bruttezza, nell’accogliere e assumere la bruttezza per trasformarla in
bellezza.
Sant’Agostino, nel suo commento alla prima lettera di
Giovanni, invita ad andare dentro la realtà profonda delle cose e addita
l’amore come la via di trasformazione della bruttezza in bellezza: «La nostra anima, o
fratelli, è brutta per colpa del peccato: essa diviene bella amando Dio. Quale
amore rende bella l'anima che ama? Dio sempre è bellezza, mai c'è in lui
deformità o mutamento. Per primo ci ha amati lui che sempre è bello, e ci ha
amati quando eravamo brutti e deformi. Non ci ha amati per congedarci brutti
quali eravamo, ma per mutarci e renderci belli da brutti quali eravamo. In che
modo saremo belli? Amando lui, che è sempre bello. Quanto cresce in te l’amore,
tanto cresce la bellezza; la carità è appunto la bellezza dell'anima».
Ma
anche se amo ciò che è brutto posso trasformarlo in bello, continuando l’opera
della redenzione, facendomi come Cristo che prende su di sé le bruttezze del
mondo e le trasforma in bellezze.
Anche
il senso comune ha capito la forza trasfigurante dell’amore. Non è questo il
messaggio di certe fiabe come “La bella e la bestia”, o quella della fanciulla
che bacia un rospo trasformandolo in un principe?
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