venerdì 5 luglio 2019

Un unico sangue, dunque fratelli

I due kenioti... che del Kenia non sono

Secondo la tradizione il mese di luglio è dedicato al Preziosissimo Sangue di Cristo.
Per sant’Eugenio il sangue di Cristo è il prezzo della redenzione, che fa nascere la Chiesa e dà dignità ad ogni cristiano. La Prefazione alla Regola inizia con le famose parole: “La Chiesa, splendida eredità del Salvatore, da Lui acquistata a prezzo del suo sangue…».
Alla fine della vita, scrivendo ai suoi fedeli di Marsiglia, ripete le stesse cose di 40 prima: «La Chiesa è dunque il prezzo del sangue di Gesù Cristo e l’oggetto dell’infinito amore che Egli ha per gli uomini».
La conseguenza è che, scorrendo nelle nostre vene lo stesso sangue, siamo davvero tutti fratelli e sorelle: «I cristiani sono i figli di Dio… tutti fratelli nel modo più perfetto perché sono tutti dello stesso sangue, che è quello di un Dio. Questo adorabile sangue, nel quale sono stati rigenerati, scorre, per così dire, nelle loro anime; li incorpora diventando veramente loro bevanda, proprio come il corpo di Gesù Cristo diventa veramente loro cibo (Gv. 6,56) nella santa comunione. Tra di loro esiste comunione di beni spirituali e una santa solidarietà di meriti».

Anch’io, come sant’Eugenio, non mi stanco mai di ripetere le sue cose. Ho appena terminato un corso di una quindicina di giorni sulle fonti e gli studi oblati. Un corso per quattro giovani Oblati africani, due venuti espressamente dal Kenya, anche se uno è nigeriano e uno congolese. Così, di generazione in generazione, passa il dono del carisma…

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