I contenuti
erano di grande profondità, ma anche la recitazione ha incantato. Gli artisti,
giovanissimi, hanno fatto rivivere l’esperienza di tanti anni fa, l’aria del
Cielo, al punto che molti erano talmente presi da commuoversi:
“Che
idea originale – mi è stato scritto – rendere un’esperienza mistica, corale…
come nelle rappresentazioni classiche dove ad andare in scena era sempre la
vita alla ricerca di trasfigurazione. Nella chiesa di Transacqua la
trasfigurazione è entrata nella vita, si è fatta popolo”. Ancora: “Rivivo il
paesaggio, il clima, il respiro di oggi e di 70 anni fa. Intramontabile, vero,
convincente”.
Particolarmente
bella la testimonianza di un testimone di quei tempi lontani: “Mi sembra che
questa sia stata una giornata memorabile… Abbiamo assistito a come si dà il
Paradiso in modo comprensibile a tutti…. Forse la forma che avvicina di più la
gente a comprendere i contenuti del Paradiso è proprio quella di un’arte
semplice come quella che avete espresso oggi. Nelle Mariapoli degli anni ’50 c’erano
momenti simili”.
Questa
mattina siamo voluti andare sui luoghi che hanno ispirato alcune pagine che
ieri sono state lette durante la rappresentazione, quelle che riguardano la
creazione, per contemplare la bellezza di Dio riflessa nella natura. Ci è
sembrato di sentire Chiara che continuava la sua narrazione:
Avevo l’impressione di percepire, forse
per una grazia speciale di Dio, la presenza di Dio sotto le cose. Per cui, se i
pini erano indorati dal sole, se i ruscelli cadevano nelle loro cascatelle luccicando,
se le margherite e gli altri fiori ed il cielo erano in festa per l’estate, più
forte era la visione d’un sole che stava sotto a tutto il creato. Vedevo, in
certo modo, credo, Dio che sostiene, che regge le cose.
E Dio sotto le cose faceva sì che esse non
fossero così come noi le vediamo; erano tutte collegate fra loro dall’amore,
tutte - per così dire - l’una dell’altra innamorate. Per cui se il ruscello finiva
nel lago era per amore. Se un pino s’ergeva accanto ad un altro era per amore.
E la visione di Dio sotto le cose, che dava unità al
creato, era più forte delle cose stesse; l’unità del tutto era più forte che la
distinzione delle cose fra loro.
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