«Lei
ed io soli, appoggiati a una finestra prospiciente il giardino della casa che
ci ospitava, là, presso Ostia Tiberina, lontani dai rumori della folla… Conversavamo,
dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso
quelle che stanno innanzi… elevandoci con più ardente impeto d'amore verso
l'Essere stesso, percorremmo su su tutte le cose corporee e il cielo medesimo,
onde il sole, la luna e le stelle brillano sulla terra».
Chissà
qual era la casa dove Agostino e la mamma Monica erano ospiti a Ostia. Ho
passeggiato a lungo tra le l ville e le insule per avere un’idea della città di
allora. A la tomba dove fu sepolta Monica? Forse è una di quelle che
fiancheggiano la strada fuori della porta della città all’uscita del decumano.
E sono stati a pregare nella basilica cristiana di cui testano ancora le colonne?
Chissà
come doveva essere bella la città romana, se ancora oggi le sue rovine sono
così belle e imponenti?
Approfittando
della domenica dei musei e siti gratuiti sono stato a Ostia Antica.
Contrariamente a quanto dichiarato dal ministero per i beni culturali ho dovuto
pagare il biglietto, ma ne è valsa la pena.
Una
passeggiata meditazione, tra le terme (anche Agostino racconta di essere andato
a farvi il bagno subito dopo la morte della mamma), l’anfiteatro, la curia, i
templi, le botteghe, i porticati, le osterie… Antichi ruderi, ma non una città
morta, sembra ancora viva e pare di sentire le voci dei passanti.
Quanti
tesori belli, che allargano l’anima.
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