La chiesa di san Silvestro |
Camminare
per la città è stata quindi piacevolissima sorpresa. Anche questa volta non ho
visitato Venezia, ma per una mezza giornata, salendo a Tonadico l’altra settimana, sono andato alla ricerca dei pochi
luoghi segnati dal passaggio di sant’Eugenio.
Arrivando
presto ho trovato Venezia ancora addormentata, silenziosa, senza turisti, con i
negozi chiusi.
La
prima tappa direttamente san Silvestro, dove ogni giorno Eugenio serviva la
messa al vecchio zio Andrea. Una chiesa bella, ma completamente ristrutturata
rispetto a quella che Eugenio frequentava alla fine del 1700. Nel 1802 ne è
stato cambiato l’orientamento e l’abside è collocata dalla parte opposta, dove
precedentemente si trovava l’entrata, rivolta dalla parte del Canal Grande.
Quando Eugenio vi tornò da vescovo aveva già la configurazione attuale.
Il
parroco ci ha accolti molto bene e ho potuto celebrarvi la messa.
Ho
ricordato quando Eugenio, ancora ragazzo, ogni giorno leggeva a voce alta allo
zio un capitolo del Nuovo testamento in latino, su quel libro piccolo piccolo
che, una volta morto lo zio, si è tenuto con sé e ha portato in tasca per tutta
la vita, continuando a leggere ogni giorno il Nuovo testamento per una mezz’ora
come aveva imparato a Venezia.
Ho
poi ricordato l’altro episodio, sempre con lo zio Andrea, quando un giorno, al
termina della lettura lo zio gli domanda… ma è meglio lasciarlo raccontare da
Eugenio stesso:
Chiesa di san Silvestro |
Un giorno il mio venerando prozio, dopo la lettura di un capitolo del N. Testamento che facevo in un libriccino ancora in mio possesso, mi disse con serietà (così almeno mi parve): – È vero, Eugenio, che vuoi entrare nello stato ecclesiastico? – Certo, zio caro, gli risposi senza esitare. – Ma, figliolo mio, come puoi deciderti a una cosa simile? Non sai di essere l’unico superstite della nostra famiglia che così andrebbe estinta? – Meravigliato che una simile considerazione uscisse dalle labbra di un uomo così venerando, ripresi vivacemente: – Non sarebbe forse un grande onore per la famiglia finire con un sacerdote? – Mio zio scherzava perché, entusiasta nel sentir parlare in tal modo un ragazzo di 13 anni, mi abbracciò e mi benedisse. Questa vocazione precoce andò a effetto solo molto tempo dopo. Eravamo nel pieno del nostro vagabondaggio e il mio esilio durerà ancora per molti anni.
La lapide in ricordo dello zio Andrea |
Mons. Milesi e la sua biblioteca |
Ho
visto naturalmente anche la lapide che sant’Eugenio, una volta che tornò a
Venezia da vescovo, compose il ricordo dello zio che era stato sepolto nella
chiesa: il suo corpo era sparito in occasione della ristrutturazione.
Poi
la casa sul Canal Grande, davanti al Palazzo Grimaldi, dove i de Mazenod hanno
abitato in questi anni. Adesso ha due ordini di loggiati che la rendono particolarmente
elegante, ma allora non c’erano, perché costruiti nella ristrutturazione della
casa verso il 1880.
Sono
passato per la minuscola calle che separa la casa dei de Mazenod da quella
degli Zinelli: davvero si potevano passare i libri da una finestra all’altra
come racconta sant’Eugenio. La casa si vede anche dal vicino ponte di Rialto.
La casa dove vivevano i de Mazenod, a destra e la casa degli Zinelli, a sinistra |
Tra le due case... |
Ho
comunque passeggiato lungo quelle stradine, salendo e scendendo sui ponti che
scavalcano i canali, ho visto passare gondole e gondole… Ho provato a guardare tutto
gli occhi di quell’adolescente che aveva voglia di conoscere.
Gli
piacevano particolarmente le regate, che vedeva passare sotto casa e che
avevano il traguardo proprio davanti:
La chiesa di san Fantino |
Le corse han luogo nel pomeriggio: la
prima è formata da numerose barche a un solo remo: barche così leggere e di
dimensioni così piccole che sarebbe pericoloso farvi entrare un’altra persona:
del resto è assolutamente vietato. I marinai che le guidano sono elegantissimi
nelle loro tenute bianche fasciate di sciarpe di seta di colori diversi. (…)
Terminate le corse tra le acclamazioni
della folla le innumerevoli imbarcazioni allineate lungo il Canal grande e i
piccoli canali adiacenti escono da ogni lato e coprono il canale zigzagando
abilmente, mentre i rematori vittoriosi al centro di questa folla immensa
presentano umilmente i loro cappelli per ricevere l’omaggio che nessuno rifiuta
al loro merito, tale è l’entusiasmo che a Venezia suscitano simili gare.
Non
lascia passare la descrizione di altre feste, specialmente quella dell’Ascensione
e dello sposalizio del doge con il mare… commentando: “Che paese di
divertimenti la Venezia di allora!”
Ma
racconta anche di quella volta che finì in acqua nel Canal Grande e tornò a
casa fracido marcio…
Venezia
gli rimase sempre nel cuore: è lì che sentì per la prima volta la chiamata a seguire
Gesù.
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