giovedì 25 luglio 2019

Solo grazie o sono grazie?


Ho in mano un libretto di canti dove leggo un testo che ho cantato tante volte: "Sono grazie".
Ma per il libretto il canto si intitola “Solo grazie” e recita: “Quando arriverò da te non dirò il nome mio, dirò solo grazie”.
Solo grazie? Dire soltanto un grazie sembrerebbe un po’ riduttivo.
Chiara Lubich - nel testo in questione - fa l’esperienza di possedere un nome nuovo col quale si presenterà a Dio; non si chiamerà più Silvia o Chiara, il suo nome sarà “Grazie”: Sono grazie! Grazie non è più soltanto espressione di riconoscenza, ma l’identità stessa della persona.
Eppure su internet imperversa “Solo grazie”, anche quando si riportano interviste a lei rivolte in merito, e se digito “Sono grazie” il motore di ricerca corregge automaticamente in “Solo grazie”.
Dipende forse da un canto del Gen Rosso che canta una famosa canzone intitolata “Solo grazie”? (ma si tratta di un altro testo).
Il Gen Verde ha musicato il testo di Chiara, intitolandolo "Gratitudine". Ma Chiara, citando proprio quella canzone, la legge così: “Noi abbiamo una canzone… che dice così: Quando sarò alla tua porta e tu mi chiederai il mio nome, io non ti dirò il mio nome ti dirò solo: Grazie per tutto e per sempre. Questo è il mio nome” (La dottrina spirituale, p. 504). Non dice “Dirò: solo grazie”, ma “Dirò solo: Grazie”. Perché "solo" se la canzone (e prima ancora lei stessa!) dice "sono"?  Chiara è influenzata dalla canzone del Gen Rosso?
In ogni caso, quando su internet si riporta la canzone del Gen Verde, o su siti come netone dove si riporta il testo di Chiara, si scrive: "Solo grazie" (come nella foto qui accanto).

A riprova che Chiara ha detto “Sono grazie”, ecco una pagina del suo diario (16 gennaio 1981) dove cita ancora la canzone, ma riportando correttamente il testo:
In questi giorni ho il cuore pieno di gratitudine per Gesù cosicché trabocca. Penso che la canzone che rispecchia la mia vita di oggi è quella che dice: "Quando io verrò da te, alla tua porta... se mi chiederai chi sono, non dirò il nome mio, dirò 'sono grazie per tutto e per sempre'."  
Sì, "grazie" per una gioia che mi sembra sovrumana, ma è fondata sul fatto che godo il lavoro per l'Opera, la Sapienza che la dirige, la vita così com'è: tutta per Lui e per Lei.  
Sono così felice che gli ripeto: "E' troppo, è troppo". E mi rendo conto che così non può durare.  
Intanto quel "grazie" posso ripeterglielo fin d'ora, e posso ripeterglielo alla sua porta, alla porta della cappella dove sta.  

(Piccole innocue divagazioni filologiche estive)

1 commento:

  1. P. Fabio, possiamo dirlo quotidianamente, quando la cantano, anche se lo capiscono che il titolo è SONO grazie, al momento di cantarla..........SOLO graaaazie. Meraviglioso.
    Buona Domenica, p. Massimiliano

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