lunedì 8 luglio 2019

Martirio di popolo, un popolo di martiri


“Non hanno cercato la morte, i martiri, tantomeno l’affermazione di se stessi e della propria fede. Hanno scelto di seguire Cristo, il Vangelo, fino in fondo e di tirarne le conseguenze a livello personale, politico e sociale. E sono stati colpiti per la loro limpida presenza nel mondo. Hanno amato la vita, non l’hanno disprezzata e con il loro sacrificio le hanno conferito un senso supremo, quello dell’offerta gratuita di sé”.
Così l’editoriale di Pasquale Castrilli al numero della rivista “Missioni OMI” dedicato al convegno su “Oblazione e martirio” tenuto in Spagna nel mese di maggio.
Un bel numero, con efficaci testimonianze di martiri.

Una realtà attuale come non mai, rivela ancora Pasquale:
“Dopo la schiera di martiri dei primi tempi, singoli o piccoli gruppi, il tempo ha visto crescere un
martirio diremmo comune, di popolo. Abbiamo così assistito a eliminazione di cristiani in aree di nazioni come la Nigeria, l’India, il Sudan e in tempi recenti il Sud delle Filippine e Sri Lanka, senza nemmeno chiedere loro un palese rinnegamento della fede. Minoranze scomode, traditori della patria”, come dicevano in Laos, colpevoli di essere tra le file di una religione minoritaria rispetto a quella professata dalla maggioranza della gente. E quindi scomodi. Il fenomeno del martirio comune e visibile anche tra martiri Missionari Oblati di Maria Immacolata e laici ispirati dal carisma oblato: i gruppi di martiri della Spagna dichiarati beati il 17 dicembre 2011 e quelli del Laos beatificati I’11 dicembre 2016”.


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