Il seminario si svolge nel
palazzo Scopoli, una antica dimora del XIV secolo, già sede comunale.
All’ultimo piano una ampia sala moderna, che copre tutto l’edificio.
Il palazzo si trova in via Chiara
Lubich, come è stata rinominata la strada. Siamo davanti a Baita Paradiso, la
casa che 70 anni fa ospitava Chiara e le sue compagne.
All’ingresso del paese una
scritta annuncia “Sagra del fuoco”; sembra il programma del nostro seminario.
I lavori procedono a pieno ritmo
con relazioni, comunicazioni, dialoghi... il tema è di estrema attualità nelle
sfide del gender, della robotica, del determinismo, ma anche delle esclusioni,
dei conflitti...
Quale visione di uomo?
Per fortuna sono presenti
professori di una ventina di discipline, dalla biologia al diritto, dalla
filosofia alla psicologia, dalla sociologia alla teologia e quindi possiamo
affrontare il tema da tanti punti di vista e con molte sensibilità.
Il Paradiso ’49 concepisce l’essere umano come espressione del Verbo:
ognuno è una Parola pronunciata da Dio da sempre, uno degli infiniti “toni” in
cui il Padre dice Amore. Sta in questo la sua identità personale, il fondamento
della sua dignità, la base del rapporto pure con gli altri e il creato.
Se siamo sin dal principio “Parola”,
espressione di Dio, dall’altro lato siamo chiamati a diventarlo. Distinti da Dio,
come «fuochi proiettati dal Fuoco» non siamo costretti ma liberi di rispondere a quello che siamo, in una reciproca responsorialità che è storia
d’amore.
Il Paradiso ’49’ si spinge oltre il legame di fraternità che nasce dal fatto che tutti procediamo dal
Padre, fino a una reciproca appartenenza e vicendevole immanenza. L’unità ci
porta a «innestarci l’uno nell’altro, come le Persone della Trinità».
Dalla ristrettezza dell’io
individuale a un io sinfonico: comunionale,
ecclesiale, sociale.
Da un io sinfonico a un io
plenario che abbraccia dinamicamente da un lato la Trinità e dall’altro l’umanità
e la creazione tutta.
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