mercoledì 10 luglio 2019

Viaggiando il Paradiso. L'introduzione di Anna Maria Rossi


Finalmente è apparso anche in italiano il libretto Viaggiando il Paradiso. L’esperienza di luce nel Paradiso ’49, e non più nelle mie solite edizioni amatoriali di poche copie. Questa volta è pubblicato dall’editrice Città Nuova in ben 4000 copie.


Il libro si apre con una bellissima e corposa introduzione di Anna Maria Rossi di cui riporto due stralci. 
Il primo colloca l’opera di Chiara Lubich, oggetto del libro, nel suo contento, spiegandone l’origine e la natura. 
Il secondo si incentra sul mio scritto. 

Spero siano in molti a leggere l’intera introduzione, ne vale la pena. Il libro costa solo 5 euro.

Ecco dunque i due stralci di Anna Maria:

Nell’estate del 1949 Chiara Lubich ha ventinove anni, si trova cioè nel pieno della sua giovinezza, ad un’età comunque in cui le coetanee del suo tempo hanno già normalmente compiuto le proprie scelte e si sono avviate ormai sulla loro strada, che sia il matrimonio o uno stato di vita consacrata. Così anche Chiara ha compiuto la sua scelta già da qualche anno: una strada nuova, una forma di vita diversa, una consacrazione ad una vita di comunione sul modello della famiglia di Nazaret, con Gesù presente e vivo ventiquattr’ore su ventiquattro. Una vita appassionante ed esigente allo stesso tempo, che interpella Chiara e le amiche che la condividono a mantenerla sempre accesa e a diffonderla come dono per tutti.
E per riprendere le forze dopo un tale intenso periodo di attività Chiara e le altre decidono di trascorrere un breve periodo di riposo in una baita di montagna a Tonadico, nella Valle del Primiero. È qui che, anche per Chiara, “tutto si colora” e prende un nuovo corso. Il presente testo racconta questo evento, come in un susseguirsi di quadri ad acquerello, con la stessa vivezza di colori e sinteticità di tratto, lasciando alla vaghezza delle sfumature la possibilità di ciascuno di cogliere in modo personale e far proprio il disegno complessivo. D’altra parte il disegno è l’altra modalità, oltra alla scrittura, che caratterizza la vena espressiva feconda di Fabio Ciardi, l’autore di questo lavoro.
Viaggiando il Paradiso è quindi una narrazione che possiamo definire a due livelli, l’uno all’altro intrecciati: quella di Chiara Lubich, che nel tempo lei stessa ha affidato a scritti di vario genere, racconti, conversazioni, ripetuta in diversi momenti della sua vita; e quella di Fabio Ciardi, che ne raccoglie il filo e lo dipana seguendone la traiettoria di volo, per usare l’immagine alla quale lui stesso lo paragona.
Il racconto di Chiara nasce assieme alla sua stessa esperienza di quell’estate del ’49 (…) Sono pagine scritte con l’arditezza, la concisione, la densità di significato, la forza immaginativa del linguaggio mistico, un linguaggio costretto a deviare dal linguaggio comune per renderlo significativo, per adeguare cioè i significanti, le parole, a significati, o realtà, completamente nuove. (…)

Dopo aver parlato del rapporto tra la Scuola Abbà e il Paradiso’49, Anna Maria continua:

Tra i primi membri della Scuola Abbà troviamo anche Fabio Ciardi, ma il suo personale rapporto con Chiara parte molto prima, all’inizio degli anni ’70, nel pieno del periodo della contestazione giovanile. Quegli anni vedono la Lubich in prima fila accanto alle nuove generazione, ma con un appello ad una rivoluzione controcorrente: mettere Dio al primo posto nella vita. Chiamata che il giovane Fabio accoglie con radicalità.
Molti saranno in seguito gli incontri importanti e le occasioni di comunione vera con Chiara che Ciardi ricorda hanno costellato il suo cammino, fino agli ultimi momenti della vita della Lubich, e che traspaiono in modo significativo nel racconto offerto da questo volume. Per questo si può dire che esiste un secondo livello nella narrazione: accanto a quella diretta, compiuta da Chiara rispetto alla propria esperienza del ’49, ritroviamo anche la voce di Fabio Ciardi come testimone della stessa narrazione, raccolta dal testo Paradiso ’49 ma evidentemente anche dai tanti momenti trascorsi accanto a Chiara nella Scuola Abbà, in un rapporto semplice e vitale, che fa di questo volume una testimonianza diretta, autentica e personale, quindi particolarmente preziosa.
Ricorda Ciardi, a proposito di Chiara durante un soggiorno in Svizzera della Scuola Abbà: “Rimasi colpito dall’accoglienza che ci riservò la prima volta che andammo a svolgere il nostro lavoro nella sua casa a Mollens, in Svizzera. Prima di iniziare ci fece visitare l’ambiente in ogni angolo perché ci sentissimo a casa nostra. Quegli incontri in Svizzera erano del tutto particolari perché, a differenza di quando ci radunavamo a Rocca di Papa, stavamo insieme l’intera giornata. Avevamo modo di vivere non soltanto i momenti di studio e di lavoro, ma anche quelli del pranzo, della distensione, delle gite, dei pellegrinaggi”. E ancora: “Dava uguale peso allo studio, al lavoro, alla preghiera, alla festa, sapendoli espressione della medesima volontà di Dio e della sua risposta d’amore. Richiedeva anche da noi il medesimo distacco nel passaggio da un’occupazione all’altra, così da fare solo e bene la volontà di Dio indicata dall’attimo presente. Una delle giornate più belle passate con lei in Svizzera fu il viaggio a Flüeli per visitare i luoghi di san Nicola. Indimenticabili la lezione che tenne su Maria, la festa del pranzo, la breve e intensissima visita pomeridiana al Santissimo Sacramento, come anche il viaggio di andata, durato più di due ore. Eravamo distribuiti in diverse auto. Con frequenza telefonava a una persona presente in ogni auto comunicando un pensiero, esprimendo un’impressione, dando un avviso. Era una scusa per mantenere unito tutto il gruppo”.
Mi pare non si possa non avvertire, nel testo di Ciardi che segue, la stessa freschezza, la stessa spontaneità, unite alla profondità delle cose di Dio, che deve aver respirato rivivendo con Chiara quel “viaggiare il Paradiso” che viene qui riproposto. La particolarità del presente volume sta proprio nell’immediatezza e nella fruibilità di una visione complessiva dell’esperienza di Chiara, non uno studio accademico quindi, pur presentando riferimenti saldi e documentati, ma la storia di un cammino accessibile a tutti. 

  

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