Finalmente
è apparso anche in italiano il libretto Viaggiando
il Paradiso. L’esperienza di luce nel Paradiso ’49, e non più nelle mie solite edizioni amatoriali di poche copie. Questa volta è pubblicato
dall’editrice Città Nuova in ben 4000 copie.
Il libro
si apre con una bellissima e corposa introduzione di Anna Maria Rossi di cui
riporto due stralci.
Il primo colloca l’opera di Chiara Lubich, oggetto del
libro, nel suo contento, spiegandone l’origine e la natura.
Il secondo si
incentra sul mio scritto.
Spero siano in molti a leggere l’intera introduzione,
ne vale la pena. Il libro costa solo 5 euro.
Ecco dunque
i due stralci di Anna Maria:
Nell’estate del 1949 Chiara Lubich ha
ventinove anni, si trova cioè nel pieno della sua giovinezza, ad un’età
comunque in cui le coetanee del suo tempo hanno già normalmente compiuto le proprie
scelte e si sono avviate ormai sulla loro strada, che sia il matrimonio o uno
stato di vita consacrata. Così anche Chiara ha compiuto la sua scelta già da
qualche anno: una strada nuova, una forma di vita diversa, una consacrazione ad
una vita di comunione sul modello della famiglia di Nazaret, con Gesù presente
e vivo ventiquattr’ore su ventiquattro. Una vita appassionante ed esigente allo
stesso tempo, che interpella Chiara e le amiche che la condividono a mantenerla
sempre accesa e a diffonderla come dono per tutti.
E per riprendere le forze dopo un tale intenso
periodo di attività Chiara e le altre decidono di trascorrere un breve periodo
di riposo in una baita di montagna a Tonadico, nella Valle del Primiero. È qui
che, anche per Chiara, “tutto si colora” e prende un nuovo corso. Il presente
testo racconta questo evento, come in un susseguirsi di quadri ad acquerello,
con la stessa vivezza di colori e sinteticità di tratto, lasciando alla
vaghezza delle sfumature la possibilità di ciascuno di cogliere in modo
personale e far proprio il disegno complessivo. D’altra parte il disegno è
l’altra modalità, oltra alla scrittura, che caratterizza la vena espressiva
feconda di Fabio Ciardi, l’autore di questo lavoro.
Viaggiando
il Paradiso è quindi una narrazione che possiamo definire
a due livelli, l’uno all’altro intrecciati: quella di Chiara Lubich, che nel
tempo lei stessa ha affidato a scritti di vario genere, racconti,
conversazioni, ripetuta in diversi momenti della sua vita; e quella di Fabio
Ciardi, che ne raccoglie il filo e lo dipana seguendone la traiettoria di volo,
per usare l’immagine alla quale lui stesso lo paragona.
Il racconto di Chiara nasce assieme alla sua
stessa esperienza di quell’estate del ’49 (…) Sono pagine scritte con
l’arditezza, la concisione, la densità di significato, la forza immaginativa
del linguaggio mistico, un linguaggio costretto a deviare dal linguaggio comune
per renderlo significativo, per adeguare cioè i significanti, le parole, a significati,
o realtà, completamente nuove. (…)
Dopo aver
parlato del rapporto tra la Scuola Abbà e il Paradiso’49, Anna Maria continua:
Tra i primi membri della Scuola Abbà troviamo
anche Fabio Ciardi, ma il suo personale rapporto con Chiara parte molto prima, all’inizio
degli anni ’70, nel pieno del periodo della contestazione giovanile. Quegli
anni vedono la Lubich in prima fila accanto alle nuove generazione, ma con un
appello ad una rivoluzione controcorrente: mettere Dio al primo posto nella
vita. Chiamata che il giovane Fabio accoglie con radicalità.
Molti saranno in seguito gli incontri importanti
e le occasioni di comunione vera con Chiara che Ciardi ricorda hanno costellato
il suo cammino, fino agli ultimi momenti della vita della Lubich, e che
traspaiono in modo significativo nel racconto offerto da questo volume. Per
questo si può dire che esiste un secondo livello nella narrazione: accanto a
quella diretta, compiuta da Chiara rispetto alla propria esperienza del ’49,
ritroviamo anche la voce di Fabio Ciardi come testimone della stessa narrazione,
raccolta dal testo Paradiso ’49 ma evidentemente anche dai tanti momenti
trascorsi accanto a Chiara nella Scuola Abbà, in un rapporto semplice e vitale,
che fa di questo volume una testimonianza diretta, autentica e personale, quindi
particolarmente preziosa.
Ricorda Ciardi, a proposito di Chiara durante un
soggiorno in Svizzera della Scuola Abbà: “Rimasi colpito dall’accoglienza che
ci riservò la prima volta che andammo a svolgere il nostro lavoro nella sua
casa a Mollens, in Svizzera. Prima di iniziare ci fece visitare l’ambiente in
ogni angolo perché ci sentissimo a casa nostra. Quegli incontri in Svizzera
erano del tutto particolari perché, a differenza di quando ci radunavamo a
Rocca di Papa, stavamo insieme l’intera giornata. Avevamo modo di vivere non
soltanto i momenti di studio e di lavoro, ma anche quelli del pranzo, della
distensione, delle gite, dei pellegrinaggi”. E ancora: “Dava uguale peso allo
studio, al lavoro, alla preghiera, alla festa, sapendoli espressione della
medesima volontà di Dio e della sua risposta d’amore. Richiedeva anche da noi
il medesimo distacco nel passaggio da un’occupazione all’altra, così da fare
solo e bene la volontà di Dio indicata dall’attimo presente. Una delle giornate
più belle passate con lei in Svizzera fu il viaggio a Flüeli per visitare i
luoghi di san Nicola. Indimenticabili la lezione che tenne su Maria, la festa
del pranzo, la breve e intensissima visita pomeridiana al Santissimo
Sacramento, come anche il viaggio di andata, durato più di due ore. Eravamo
distribuiti in diverse auto. Con frequenza telefonava a una persona presente in
ogni auto comunicando un pensiero, esprimendo un’impressione, dando un avviso.
Era una scusa per mantenere unito tutto il gruppo”.
Mi pare non si possa non avvertire, nel testo
di Ciardi che segue, la stessa freschezza, la stessa spontaneità, unite alla
profondità delle cose di Dio, che deve aver respirato rivivendo con Chiara quel
“viaggiare il Paradiso” che viene qui riproposto. La particolarità del presente
volume sta proprio nell’immediatezza e nella fruibilità di una visione
complessiva dell’esperienza di Chiara, non uno studio accademico quindi, pur
presentando riferimenti saldi e documentati, ma la storia di un cammino
accessibile a tutti.
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