Tiberio Cesare |
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio
Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo,
suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca
dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su
Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto (Lc 3, 1-2).
In questa seconda domenica di Avvento, il
Vangelo di Luca ci presenta sette personaggi storici. A parte Tiberio Cesare che,
nonostante fosse aspramente criticato dai contemporanei, come Tacito e Svetonio,
sembra sia stato un grande imperatore, gli altri non sono tipi raccomandabili: Erode
tetrarca della Galilea, suo fratello Filippo tetrarca dell’Iturea e della
Traconìtide, Lisània tetrarca dell’Abilene, i sommi sacerdoti Anna e Caifa.
Eppure quella storia, grondante sangue, piena
di ingiustizie, è diventata storia di salvezza: “la parola di Dio venne su Giovanni,
figlio di Zaccaria, nel deserto”.
Qualcuno dei nostri politici forse si salva,
come Tiberio Cesare, ma per il resto, se ci guardiamo attorno, in ogni angolo
del mondo, non siamo in mani migliori, ancora tra Erode, Ponzio Pilato e Caifa.
Eppure questa nostra storia, fatta di violenze
e di guerre, di interessi personali e di ingiustizie, può diventare storia di
salvezza. La Parola di Dio continua a venire. Dio si fa sempre presente, in
questa nostra storia.
Per cogliere questa presenza occorre il
silenzio del deserto, come per Giovanni Battista, la capacità di mettersi in ascolto
della Parola di Dio, uno sguardo di fede che ci fa cogliere i segni di speranza.
Ognuno di noi dovrebbe poter riscrivere il
Vangelo:
Nell’anno terzo del Presidente Mattarella,
mentre Trump regna sugli Stati Uniti e Putin sulla Russia, Merkel e Magon
vacillano al comando di Germania e Francia, con Salvini e Di Mario vice premier
(anche noi possiamo citare sette personaggi storici), proprio in questa
situazione politica, mentre ci si continua a scannare sulla striscia di Gaza e
in Siria, quando imperversano ancora Isis, Boko Haram e fondamentalismi
sanguinari su ogni fronte,
la parola di Dio continua a venire su di me
(ognuno dica il suo nome), figlio di (paternità e maternità), nel deserto (solo
nel silenzio interiore posso ascoltare la sua voce e riconoscerlo presente in
questa nostra storia…).
Chissà cosa ha da dire Dio a ognuno di noi… È il
vangelo che ognuno di noi è chiamato a scrivere…
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