lunedì 24 dicembre 2018

E' Natale


«È Natale.
Di chi? Del Signore.
Ha un giorno natalizio? Sì.
Il Verbo che era in principio, Dio presso Dio, ha un giorno natalizio? Sì.
Se non avesse una nascita umana, noi non potremmo giungere alla rinascita divina; è nato perché possiamo rinascere.
Nessuno dubiti di poter rinascere: Cristo è nato.
È stato generato, non ha bisogno di essere rigenerato. A chi era necessaria la rinascita se non a quelli la cui nascita era avvenuta sotto la condanna?
La sua misericordia scenda dunque nei nostri cuori.
La madre lo ha portato nel seno, noi portiamolo nel cuore.
La Vergine era gravida del Cristo fatto carne, i nostri cuori lo siano della fede in Cristo.
La Vergine ha partorito il Salvatore, noi partoriamo la lode.
Non siamo sterili, siamo fecondi di Dio».
(Agostino, Discorso 189,3)

Mi piace questo scritto di Agostino perché ci propone un Natale pieno di misericordia, di speranza, di luce, di lode: “è nato perché possiamo rinascere”.
Noi siamo quelli che hanno avuto la grazia di essere visitati da Gesù. L’incontro con Lui ha acceso il desiderio di cercarlo ancora e la speranza dell’attesa: sappiamo che verrà, che viene ogni giorno, che lo vedremo e lo possiederemo in pienezza e saremo posseduti da Lui che sempre ci precede: “Corro per conquistarlo, perché lui mi ha già conquistato” (cf. Fil 3,12).

Possiamo sperare anche per chi non ha più speranza. Mi ha impressionato il ritratto dell’Italia fatto dal Censis: “generale mancanza di aspettative”, “assenza di reattività”, un Paese “con le pile scariche”, che non spera più, che non aspetta più niente; il 70% dei giovani che non sa indicare un maestro di vita…
Il mio augurio è che il fuoco del Natale bruci l’anima nostra e incendi quanti ci sono accanto. Che la nostra fede, la nostra speranza, il nostro anelito di pienezza di Vita si comunichi a tutti.
Anche chi non crede e non spera più può essere toccato dal Natale.


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