«In ginocchio vi
domando, beatissimo Padre, di essere almeno altrettanto esplicito in quel che
proclamerete. Soltanto seguendo le vostre ispirazioni che sono quelle dello
Spirito Santo, impedirete che la Vergine SS.ma perda credito nella mentalità
dei fedeli, cosa che oggi accadrebbe dopo una decisione indiretta o incompleta»
(5 dicembre 1854).
Indescrivibile
la sua gioia al momento della proclamazione, come un bambino che vuole che la festa della sua Mamma sia
completa Aveva 72 anni.
Il 7 dicembre scrive nel diario:
«… Pioggia
torrenziale per tutta la giornata e alle undici di sera piove ancora: tempo
chiuso in ogni direzione: domani sarà bel
tempo… Domani farà bello». (Diario, 7 dicembre 1854).
E il giorno dopo:
«Non l’avevo detto? La mia
fiducia in Maria Immacolata poteva andare delusa?… il tempo è magnifico» (8
dicembre 1854).
Il diario dell’8 dicembre continua:
Nella basilica di san Pietro, dopo la proclamazione del
Vangelo, ecco giunto il momento di ascoltare la voce del Supremo Pastore, che annuncia
ex cathedra il dogma solenne. [...]
Il Pontefice con squillante e bella voce, ha invocato la
luce dello Spirito Santo, intonando il Veni Creator. Lo stesso grido si è levato
da tutti i cuori, e, invece di permettere al Coro di continuare da solo, tutti
si sono uniti alla voce del Pontefice. Mai si era vista una cosa simile. L’emozione
aveva pervaso tutta l’assemblea. C’era qualcosa di soprannaturale in questo
slancio. Ho dimenticato di dire che prima dell’intonazione del Veni Creator, i decani dei cardinali,
arcivescovi e vescovi si sono presentati ai piedi del trono chiedendo, in
ginocchio, a nome della Chiesa, la promulgazione del dogma atteso dall’intero
universo. La supplica, pronunciata in latino dal Cardinale Decano, e la
risposta del Papa, non le ho potute sentire, ma vi ho aderito dal più profondo
del cuore, soprattutto a nome della mia Chiesa e della nostra Congregazione.
Poi il Pontefice, davvero Summus
Pontifex, afflante Spiritu Sancto, in piedi, ha dichiarato e definito come
dogma infallibile di fede che la Beata Vergine Maria, fin dal primo istante
della sua concezione, per uno speciale privilegio e grazia di Dio, in virtù dei
meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata dalla
macchia del peccato originale.
Le lacrime hanno soffocato
la voce del Pontefice, mentre pronunciava le parole infallibili dettate dallo
Spirito Santo. Lascio a voi immaginare quanto condividessi quella profonda
emozione. Mi sembrava di vedere il cielo aperto sopra di noi, che ci mostrava
la gioia di tutta la Chiesa trionfante unita alla Chiesa militante nel
festeggiare la sua e nostra Regina e tutti i santi chiamati, ancor più in alto per
l’occasione, a rendere gloria alla bontà inesauribile di Dio. Mi immaginavo di
vedere Nostro Signore Gesù Cristo che si congratulava con la Madre divina, e il
mio grande patrono, San Giuseppe, in particolare, felice per la felicità della
sposa, alla quale è così unito in cielo. Ho anche pensato che la Chiesa purgante
veniva illuminata in quel momento dalla luce divina, che le sofferenze di quelle
anime erano finite; vorrei quasi dire che il purgatorio si stava svuotando, sia
grazie alle indulgenze plenarie applicate, sia per la clemenza del giudice
sovrano, che, in occasione della glorificazione della Madre, chiamava questa
cara parte della famiglia a partecipare alla gioia della Chiesa universale, rimettendo
tutti i debiti e invitandola ai piedi del trono della Madre, per ringraziarla e
unirsi alla gioia del coro degli angeli e di tutti i santi.
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