Mistretta, Chiesa dell'Annunziata: uno dei tanti bellissimi Crocifissi della città |
«Chi ama padre o
madre più di me, non è degno di me… Chi
avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita
per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi
accoglie me» (Mt 10, 37-42)
Ecco
Gesù ancora al centro, l’unico, il tutto, davanti al quale ogni altra realtà si
relativizza e sparisce. Come al sorgere del sole scompaiono le stelle, al suo
apparire tutto si eclissa. C’è, c’è ancora tutto, come ci sono le stelle in
cielo anche di giorno, ma non si vede altro che Gesù, come nel giorno la luce
del sole. Ci sono ancora il padre e la madre: è suo comando amarli e onorarli.
Ci sono ancora i figli e le figlie: occorre prendersi cura di loro. Ma Egli è un
Dio geloso e vuole il primo posto, l’esclusività dell’amore. Non ammette un
cuore diviso in mille affetti, un amore che si disperde per molti rivoli. Un
cuore intero, esige, tutto per sé. Un unico amore.
È geloso
della mia stessa vita, che devo essere pronto a lasciare (Non ha fatto anche lui
così con noi? Non si è aggrappato neppure alla sua divinità: ha disprezzato la
vita fino a morire, per dare a noi la vita!).
Sono
parole rivolte ai discepoli nel momento in cui li inviava in missione; parole
rivolte a tutti i missionari, di ogni tempo, che non potrebbero andare se rimanessero
legati ad affetti e sicurezze. Parole che liberano il cuore, le mani, i piedi
per essere pienamente a servizio di Dio e del suo Regno, ovunque e comunque.
Ma Gesù
non si lascia vincere in generosità: a quanti hanno fatto questo passo, ha
promesso cento volte più di quanto hanno lasciato; ridona loro la vita che
hanno perduto per lui, e la ridona in pienezza.
E con
la vita fa ritrovare padre, madre, moglie, figli… Ma ognuna di queste persone ha
ormai il suo volto ed è amata “per causa mia”, per lui e in lui. Egli dona
occhi nuovi per saperlo riconoscere in quelli che prima erano semplicemente
uomini e donne.
Ugualmente,
quanti accolgono i missionari riconoscono Gesù, accolgono la sua parola e si
fanno a loro volta discepoli.
La “ri-conoscenza”
sarà mutua come mutuo sarà l’amore e la ricompensa dell’amore: tutto di tutti
nella comunione dei doni e della missione.
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