A Leuca cambia mare costa e
panorama. L’Adriatico lascia il posto all’Ionio, le rocce scoscese alle sabbie
distese, le torri d’avvistamento e di difesa si intensificano e si presentano meglio
preservate. Meno asprezza, più dolcezza.
Fin quando compare Gallipoli, con i
suoi 3000 anni di storia. Ancora una città da passeggiare, prima ancora di mettersi
alla scoperta dei capolavori d’arte.
L’impatto con il Castello Angioino è
la prima sorpresa dell’isola, simbolo forte e solenne della città. Una città
che, sentendosi protetta da tali bastioni, può permettersi una vita leggera e
insieme sontuosa, nobile e popolana.
Le varie epoche si affiancano in
maniera armonica, i palazzi cinquecenteschi massicci e austeri accanto a quelli
leggeri e fantasiosi del barocco, i quartieri dei pescatori, le sinuose stradine
bianche e colorate dai fiori, i balconi con le eleganti ringhiere, le corti che
raccolgono tutto attorno le case più popolari consentendo un vivace vicinato.
Si vede che le persone sono abituate a socializzare: non puoi passare senza sentirti
rivolgere, con il tu, un saluto personale.
Naturalmente chiese a volontà, prima
tra tutte la cattedrale di sant’Agata con una facciata traforata, ricca di nicchie,
statua, fregi.
Mi fermo a discorrere con i
pescatori che rassettano le reti. “Quando ripartite per la pesca?”. “Domani all’alba,
se Dio vuole!”. Quando sanno che sono un padre il pescatore che mi ha risposto continua:
“Meno male che ho detto se Dio vuole!”. E inizia una piacevole conversazione… sulla
confessione...
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