Torno al Tindari
dopo tanti tanti anni fa, quando vi salii partendo da Oliveri.
La
costruzione del nuovo santuario non è bella e completamente fuori stile. Resta
comunque un santuario della Madonna, la cui statua vi è giunta nell’ottavo,
nono secolo circondata da quell’alone di leggenda che accomuna l’origine di tanti
santuari.
È luogo
di devozione, dove le persone accorrono numerose. Anche questa mattina diversi pullman
scaricano decine e decine di fedeli chiassosi e felice.
All’interno,
tra i vari medaglioni di santi, anche sant’Eugenio assicura la sua presenza e
quella degli Oblati, ricordando che questa terra che li ha visti a lungo
presenti e fortemente impegnati.
Mi lascio
avvolgere dal teatro e dalle rovine delle costruzioni greco-romane.
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