La guerra
goto-bizantina del VI secolo aveva spopolato e depauperato queste terre, facendole
tornare indietro di secoli. Furono i monaci bizantini, fuggiti dalle
persecuzioni iconoclaste, a riportarvi la fede, la civiltà, le tecniche
agrarie, a cominciare dalla coltivazione dell’olivo, permettendo il ricostituirsi
di villaggi e centri urbani.
A loro si
devono anche le chiese ipogee disseminate in tutta la regione. Era più facile scavare
nel tufo piuttosto che costruire. Fra l’altro si erano perdute le tecniche dell’edilizia.
Costruire un’abside era un’impresa ingegneristica troppo ardua per i tempi.
Ed eccomi
alla ricerca di questi luoghi di culto antichi con affreschi di rara bellezza. Visitarli
richiede una buona dose di costanza perché difficilmente accessibili. Ho dovuto interpellare vari enti e mi sono trovato visitatore unico, trattato con
molto riguardo.
Tra le
altre ho potuto visitare le chiese ipogee di Ortelle e di Vaste. Valeva la pena
perseguire con tenacia l’accesso.
Luoghi
che domanderebbe di essere ripristinati come ambienti di preghiera.
Davanti
agli affreschi della chiesa di santa Maria degli angeli, staccati dalla chiesa
originale e collocati in un nuovo ambiente a Poggiardo – ignoto ai più – non ho
potuto resistere, e proprio davanti alla Madonna degli angeli ho recitato l’Ave Maria: è stata dipinta per essere pregata.
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