Sabato e domenica Giornate Europee dei Beni culturali. A
sera si possono visitare, con un euro, musei e scavi archeologici. Ne vale la
pena. Nell’elenco è presente anche la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea.
Un’oretta per una visita selettiva della grande pittura ottocentesca? Perché
no.
Mi metto in fila, perché sono tanti che hanno fatto il mio
stesso pensiero. L’attesa è più lunga del previsto, ci deve essere qualche
intoppo nella vendita dei biglietti. Finalmente, col mio biglietto in mano con
su scritto Galleria Nazionale (dunque è proprio il biglietto per la Galleria
Nazionale), mi metto in cerca delle sale, parendo dalla grande hall centrale
che in questo momento accoglie una esposizione temporanea. Devo stare attendo a
non calpestare alcuni frammenti d’opera d’arte sparsi per terra: potrei
rovinare l’opera d’arte oppure, inavvertitamente, con un calcio potrei scomporre
e ricomporre l’opera d’arte. Evito anche la tentazione di raccogliere qualche
rifiuto che giace per terra, nel dubbio che sia un’opera d’arte.
Questa volta sono diretto soltanto alle sale dell’Ottocento.
Con me tante altre persona cercando le via d’accesso. Inutilmente, tutte
sbarrate.
Vado all’ufficio informazione e finalmente mi informano che la
Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea da tempo è chiusa per lavori
di restauro. E il biglietto? Alzata di spalle.
Mi consolo in metropolitana: finalmente posso ammirare i
capolavori della pittura dell’Ottocento in grandi riproduzioni affisse dall’Esselunga
per annunciare l’apertura del supermercato a Roma.
Ma Roma è comunque generosa e, questa volta gratis, mi apre
le porte di Villa Celimontana per il Festival della Letteratura, dedicato,
quest’anno, alla letteratura di viaggio. Posso così godermi presentazioni di
libri letture, sognare viaggi vicini e lontani e meditare sulla vita come un
viaggio che, tra imprevisti, difficoltà, gioie e dolori, conduce ad una meta
sicura.
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