A suo dire, dopo che Tommaso, giunto a Gerusalemme, ebbe mostrato
la cintura agli altri apostoli, di ritorno in India sarebbe morto ad Homs, proprio
dove aveva ricevuto la cintura. Naturalmente la preziosa reliquia fu oggetto di
venerazione e per essa si costruì una chiesa. Il susseguirsi di invasioni e di
passaggi di eserciti, distrussero presto la chiesa e della cintura si perdette
ogni traccia.
La storia ricomincerebbe all’inizio del 1900 quando in una
certa casa della città accadevano cose strane e dolorose, addirittura morti misteriose,
al punto che i musulmani proprietari, notando su delle pietre della casa certe
croci incise, si rivolsero al vescovo siro ortodosso. Questi venne e iniziarono
gli scavi che portarono al ritrovamento di un pozzo e al suo interno due pietre
incavate e sovrapposte che custodivano una cintura con un cartiglio in lingua
aramaica che diceva: “Cintura della Vergine Maria”. Fu subito costruita una
chiesa, dedicata alla “Madre della cintura”, che divenne sede patriarcale, dove
tra gli altri visse anche il patriarca Efrem I.
Intanto oggi ho portato Mirvet a Prato, a baciare il Sacro
Cingolo della Madonna esposto ai fedeli per l’intera giornata: costudito nella
monumentale cappella trecentesca e scortato dagli armigeri medievali…
Il contenzioso rimane aperto.
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