agito con scaltrezza.
Gesù elogia l’amministratore non
per la disonestà, ma per l’intraprendenza.
Davanti a una situazione difficile
– licenziato in tronco – non si scoraggia, escogita subito un piano efficace e
con decisione si dà da fare per metterlo in atto.
Così anche noi davanti alle prove
personali, ai problemi sociali, alle difficoltà che si oppongono all’annuncio
del Vangelo.
No, non possiamo darci per vinti.
Guarda con quanto accanimento e creatività i «figli delle tenebre» perseguono i
loro fini. Perché per arricchirsi, aver successo, raggiungere il potere loro le
inventano di tutte e noi per il Regno di Dio, in noi e tra noi, siamo così
titubanti, in posizione di difesa, incapaci di creatività e audacia?
Gesù ci dà proprio un bello
scrollone, e ci indica anche un ambito concreto per attuare con coraggio la
scaltrezza evangelica: l’uso della ricchezza.
Come si accanisce Gesù contro il
denaro disonesto! Ci ha insegnato a chiedere il pane, il vestito, ciò che ci è
necessario per vivere. La ricchezza no. Lungo tutto il Vangelo ha costantemente
diffidato della ricchezza. E con ragione. Spesso la si acquista con la frode e
la violenza, la si usa per assecondare le passioni, è causa di divisioni, liti
e guerre, vi si cerca sicurezza fino a ritenersi indipendenti da Dio.
“Mammona”, l’idolo del possesso,
che si oppone all’unico vero Dio da amare con tutto il cuore, la mente, le
forze. Non è soltanto questione di ricchezza, ma anche di quello che la
ricchezza porta spesso con sé: orgoglio, arroganza, senso di superiorità, disprezzo
verso gli altri, specie se poveri, insensibilità ai problemi sociali, chiusura
nel proprio mondo.
Liberaci da ogni
cupidigia
e avidità di
possesso.
Donaci un cuore
generoso,
che sappia
condividere.
Rendici creativi
nell’amministrare
doti e beni
che nel tuo amore
ci hai elargito,
perché tutto serva
a edificare il tuo regno
quaggiù
affinché tu possa
accoglierci
lassù,
nelle dimore
eterne.
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