domenica 4 settembre 2016

Tu solo e tutti in te


«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo».

Tu che parli sempre d’amore, perché ci inviti all’odio? Non all’odio del male, dell’ingiustizia, del peccato, come sarebbe giusto, ma proprio nei confronti delle persone che ci sono più care. Perché queste parole violente? Gli altri evangelisti hanno sentito il bisogno di addolcirle: «Chi ama il padre o la madre, il figlio o la figlia più di me...», oppure le hanno ristrette al piccolo gruppo di persone che tu hai strappato alla famiglia e alla patria trascinandoli con te nella folle impresa missionaria. Qui le tue parole suonano in tutta la loro durezza e sono rivolte a quanti vogliono essere tuoi discepoli, senza esclusione alcuna.
Segni la distanza abissale tra il creato e l’increato, tra la terra e il cielo, tra i legami e gli affetti contingenti e l’assolutezza della tua persona.
È il risvolto negativo dell’unica scelta necessaria e vitale: «Ama Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente». Ti stagli in tutta la tua grandezza e divinità, con il tuo fascino irresistibile, la forza del tuo amore, la dolcezza della tua misericordia. Sei il tesoro per il quale vale la pena vendere tutto, la perla a lungo cercata davanti alla quale il resto impallidisce. Da chi altri andremo se tu solo hai parole di vita, che appagano appieno la nostra vita?
No, non ci parli di odio, ma di un amore esclusivo, totalitario che vuol prendere ogni fibra del nostro essere. Un amore esigente, che richiede serietà, impegno, determinazione, come per affrontare una battaglia o costruire una torre.
Dio geloso, vuoi che ti ami con l’affetto del cuore, con l’adesione sincera e convinta alla tua parola, col mettere a tuo servizio corpo ed energie, doti e creatività che tu mi hai donato. Sono tuo, tutto tuo. Sei mio, tutto mio.
E gli altri? Sono spariti come le stelle al sorgere del sole. La scelta di te mi stacca da loro così come l’odio scava un abisso con le persone odiate. Devo dunque odiare madre, sorelle e fratelli?
Mi inviti a staccarmi da loro, da ogni affetto e appoggio, per ritrovarli in modo nuovo, nella loro vera identità, per riconoscere te in loro e amare te in loro: te, l’unico amore, che tutto e tutti pervadi e in te trasformi.


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