«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto
ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino
la propria vita, non può essere mio discepolo».
Tu che parli sempre d’amore, perché ci inviti
all’odio? Non all’odio del male, dell’ingiustizia, del peccato, come sarebbe
giusto, ma proprio nei confronti delle persone che ci sono più care. Perché
queste parole violente? Gli altri evangelisti hanno sentito il bisogno di
addolcirle: «Chi ama il padre o la madre, il figlio o la figlia più di me...», oppure le hanno ristrette
al piccolo gruppo di persone che tu hai strappato alla famiglia e alla patria trascinandoli
con te nella folle impresa missionaria. Qui le tue parole suonano in tutta la
loro durezza e sono rivolte a quanti vogliono essere tuoi discepoli, senza
esclusione alcuna.
Segni la distanza abissale tra il creato e
l’increato, tra la terra e il cielo, tra i legami e gli affetti contingenti e
l’assolutezza della tua persona.
È il risvolto negativo dell’unica scelta
necessaria e vitale: «Ama Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta
la mente». Ti stagli in tutta la tua grandezza e divinità, con il tuo fascino irresistibile,
la forza del tuo amore, la dolcezza della tua misericordia. Sei il tesoro per
il quale vale la pena vendere tutto, la perla a lungo cercata davanti alla
quale il resto impallidisce. Da chi altri andremo se tu solo hai parole di
vita, che appagano appieno la nostra vita?
No, non ci parli di odio, ma di un amore
esclusivo, totalitario che vuol prendere ogni fibra del nostro essere. Un amore
esigente, che richiede serietà, impegno, determinazione, come per affrontare
una battaglia o costruire una torre.
Dio geloso, vuoi che ti ami con l’affetto del
cuore, con l’adesione sincera e convinta alla tua parola, col mettere a tuo
servizio corpo ed energie, doti e creatività che tu mi hai donato. Sono tuo,
tutto tuo. Sei mio, tutto mio.
E gli altri? Sono
spariti come le stelle al sorgere del sole. La scelta di te mi stacca da loro
così come l’odio scava un abisso con le persone odiate. Devo dunque odiare
madre, sorelle e fratelli?
Mi inviti a
staccarmi da loro, da ogni affetto e appoggio, per ritrovarli in modo nuovo,
nella loro vera identità, per riconoscere te in loro e amare te in loro: te,
l’unico amore, che tutto e tutti pervadi e in te trasformi.
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