Secondo giorno del Congresso della Scuola Abbà. 200 professori da tutti e cinque i continenti. Il miracolo di tutte le scienze che ritrovano unità attorno al mistero di Cristo. Come responsabile della Scuola Abbà mi trovo a gestire un simile congresso. Niente di più facile. Mi pare che davvero Gesù, il Maestro in mezzo a noi, stia conducendo tutto con la limpidezza della sua luce e la forza del suo calore.
La serata si è conclusa rievocando, con musica e una
fine scenografia, gli otto membri della Scuola Abbà che hanno già raggiunto il
cielo. A me il compito di ricordare Peppuccio, che per vent’anni ha guidato il
gruppo e che ora ha lascato a me le consegne. L’ho fatto leggendo poche suo righe:
L’incontro con Chiara, e l’essermi
messo alla su sequela, partecipando con la massima intensità alla vita dell’Opera
di Maria, da lei nata, fu per me, filosofo, l’inizio di una rivoluzione.
Mi fu detto e mostrato, e lo
capii sempre più profondamente, che il
pensiero è vita. E ciò mi chiariva il disagio che aveva accompagnato i miei
studi e le mie frequentazioni universitarie: disagio che nasceva dal rilevare
la discrepanza tra gi insegnamenti che mi venivano offerti e la vita di chi me
li offriva…
Si apriva un occhi nuovo per
guardare.
E di questo occhio, Gesù
abbandonato, mi fece comprendere Chiara, è la pupilla: la pupilla dell’occhio
di Dio che guarda il mondo, la pupilla dell’occhio dell’uomo che guarda Dio. Gesù abbandonato, mi rivelava Chiara, è la luce stesa della conoscenza…
Egli p stato per Chiara, e lo
è diventato per me, l’oggetto formale
della conoscenza: non ciò che essa conosce, ma la luce nella quale avviene la
conoscenza…
E l’atto della conoscenza è
condotto nella dimensione dell’amore.
Conoscere è amare…
Chiara mi apriva il paesaggio
bellissimo di una cultura della
risurrezione. Capii, in un balzo del cuore che fu terrore e gioia, che la
cultura che il cristiano deve donare al mondo è quella del Risorto: cultura
trinitaria. Compiutamente umana ma compenetrata dalla Gloria della divinità.
Tutta divina, ma compenetrata dalla fragile tenerezza della gloria dell’umano.
Grazie, che bel ricordo, grazie P. Fabio grazie Peppuccio. Anche noi possiamo godere oggi di quel paesaggio, una cultura della risurrezione. Gerusalemme ne ha bisogno....dobbiamo aprire gli occhi e guardare attraverso la pupilla dell'occhio di Dio, solo così, solo così possiamo continuare a guardare il mondo.
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