lunedì 5 ottobre 2015

Padre Tito: Morire per la propria gente


Durante il Collegamento CH streaming abbiamo avuto la sorpresa di vedere e sentire p. Tito.
Negli anni Settanta abbiamo vissuto insieme per cinque anni a Vermicino. Una volta tornato nel Laos, abbiamo seguito la sua straordinaria avventura.
L’intervista di Roberto Catalano:

Padre Tito, nel Movimento dei Focolari lei è famoso, è conosciuto perché negli anni 70 ha avuto un incontro importante con Chiara a cui comunicò il suo desiderio di tornare in Laos in un momento molto difficile della storia del suo Paese.
Padre Tito Banchong: Quando ho finito gli studi di teologia, il Laos era stato liberato, era nelle mani dei Comunisti. Ho deciso di ritornare quando ho saputo che tutti i missionari erano stati cacciati dal Laos. Ci sono ancora i Cristiani, mi sono detto. Chi va a guidarli, chi va a incoraggiarli, non c’è più nessuno.
Sono andato a parlare con Chiara. Lei può darmi un consiglio. Per questo quando sono andato lei mi ha chiesto: “Perché ritorni nel Laos? Ci sono i Comunisti, non puoi più fare niente!”
Devo ritornare per la mia gente lì, perché non c’è più nessun prete. Se devo morire, morirò per loro!
Per questo Chiara mi ha detto: “Vai pure. Sarò sempre con te. Ovunque sarai, sarò sempre con te! Dai fiducia al Signore.”
Per questo sono ritornato nel Laos. Sono ritornato e dopo un anno e mezzo mi hanno preso in mezzo alla strada, non so perché, mi hanno messo in prigione. Per quattro anni, senza nessun motivo. Ma io so che è Dio che mi ha mandato lì. Come ho detto prima, Chiara mi ha detto: “Lì dove ci sono i dolori, Lui ti metterà lì.” Ma così presto… ma ero contento. Perché la Parola che Chiara mi aveva affidato era compiuta.

E poi ti hanno fatto un processo, o ti hanno liberato?
P. Tito: Niente, niente. Sono stato liberato. Dopo che mi hanno liberato, sono potuto andare a cercare tutti i cristiani nella provincia di Siam e li ho trovati. Tanti che erano ancora lì da più 30 anni che non avevano più nessun prete.

E poi ti hanno messo in prigione un’altra volta…
P. Tito: Sì. Mi hanno preso sempre da in mezzo alla strada. Tanti prigionieri mi hanno chiesto: chi sei tu? Perché non sei mai triste?… Ti danno poco da mangiare e tu ne dai anche agli altri, a quelli che non hanno da mangiare. Non sei mai triste. Non hai i parenti? I tuoi parenti perché non sono mai venuti a trovarti? Eh… sono lontani, lontani…

Com’è stato il rapporto con i carcerieri in queste sue esperienze di prigione?
P. Tito: Si può dire che i cattivi nella prigione, si sono tutti convertiti, sono diventati buoni. Anche le Autorità prima del mio arrivo erano veramente durissime, poi piano piano si lasciano andare, diventano buoni. Ci sono anche due di loro che adesso sono miei amici. Sono ancora vivi! Con l’Amore si possono anche spaccare i legami dell’odio…


Nessun commento:

Posta un commento