Negli
anni Settanta abbiamo vissuto insieme per cinque anni a Vermicino. Una volta
tornato nel Laos, abbiamo seguito la sua straordinaria avventura.
L’intervista
di Roberto Catalano:
Padre Tito, nel
Movimento dei Focolari lei è famoso, è conosciuto perché negli anni 70 ha avuto
un incontro importante con Chiara a cui comunicò il suo desiderio di tornare in
Laos in un momento molto difficile della storia del suo Paese.
Padre
Tito Banchong: Quando ho finito gli studi di teologia, il Laos era stato
liberato, era nelle mani dei Comunisti. Ho deciso di ritornare quando ho saputo
che tutti i missionari erano stati cacciati dal Laos. Ci sono ancora i
Cristiani, mi sono detto. Chi va a guidarli, chi va a incoraggiarli, non c’è
più nessuno.
Sono
andato a parlare con Chiara. Lei può darmi un consiglio. Per questo quando sono
andato lei mi ha chiesto: “Perché ritorni nel Laos? Ci sono i Comunisti, non
puoi più fare niente!”
Devo
ritornare per la mia gente lì, perché non c’è più nessun prete. Se devo morire,
morirò per loro!
Per
questo Chiara mi ha detto: “Vai pure. Sarò sempre con te. Ovunque sarai, sarò
sempre con te! Dai fiducia al Signore.”
Per
questo sono ritornato nel Laos. Sono ritornato e dopo un anno e mezzo mi hanno
preso in mezzo alla strada, non so perché, mi hanno messo in prigione. Per
quattro anni, senza nessun motivo. Ma io so che è Dio che mi ha mandato lì.
Come ho detto prima, Chiara mi ha detto: “Lì dove ci sono i dolori, Lui ti
metterà lì.” Ma così presto… ma ero contento. Perché la Parola che Chiara mi
aveva affidato era compiuta.
E poi ti hanno
fatto un processo, o ti hanno liberato?
P.
Tito: Niente, niente. Sono stato liberato. Dopo che mi hanno liberato, sono
potuto andare a cercare tutti i cristiani nella provincia di Siam e li ho
trovati. Tanti che erano ancora lì da più 30 anni che non avevano più nessun
prete.
E poi ti hanno
messo in prigione un’altra volta…
P.
Tito: Sì. Mi hanno preso sempre da in mezzo alla strada. Tanti prigionieri mi
hanno chiesto: chi sei tu? Perché non sei mai triste?… Ti danno poco da
mangiare e tu ne dai anche agli altri, a quelli che non hanno da mangiare. Non
sei mai triste. Non hai i parenti? I tuoi parenti perché non sono mai venuti a
trovarti? Eh… sono lontani, lontani…
Com’è stato il
rapporto con i carcerieri in queste sue esperienze di prigione?
P.
Tito: Si può dire che i cattivi nella prigione, si sono tutti convertiti, sono
diventati buoni. Anche le Autorità prima del mio arrivo erano veramente
durissime, poi piano piano si lasciano andare, diventano buoni. Ci sono anche
due di loro che adesso sono miei amici. Sono ancora vivi! Con l’Amore si possono
anche spaccare i legami dell’odio…
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