Al capitolo nono del Vangelo
di Marco un’altra promessa: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere
d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà
la sua ricompensa” (9,
41).
È un’affermazione che Marco
mette assieme ad altre, legate tra loro da parole simili, per ragioni mnemoniche;
sarebbe stato più facile ricordarle, un po’ come facciamo con le filastrocche.
Matteo, nel suo Vangelo, ci fa
conoscere invece l’originaria collocazione di questo “detto”. Esso conclude il
discorso che Gesù rivolge ai suoi discepoli quando li manda in missione: “E chi avrà dato
anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio
discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa" (10, 42).
Gesù
vuole rassicurare i discepoli, ai quali affida una missione difficile. Dice
loro di andare “leggeri”, portarsi dietro l’essenziale. Si preoccupino solo di
incontrare le persone, di annunciare loro il Regno di Dio, al resto ci penserà
il Padre e la generosità di quanti li accolgono.
A chi
si prende cura dei suoi missionari Gesù promette una ricompensa. Basta dare
anche solo un bicchiere d’acqua. Matteo precisa: “acqua fresca”. Non era secondo
la buona ospitalità offrire l’acqua fresca. Di solito la si riscaldava. Ma
forse non c’è tempo, perché il missionario deve proseguire subito il suo
viaggio. Per avere la ricompensa basta un bicchiere d’acqua, pure non scaldata,
come vorrebbe la buona educazione.
Anche per un’azione apparentemente
così banale Gesù promette una ricompensa. Perché? Perché niente è
insignificante se fatto per amore, neppure il più piccolo gesto. E poi quel
gesto vale ancora di più perché è fatto proprio a Gesù!
Un bicchiere d’acqua dato a
Gesù (sulla croce dirà esplicitamente che ha sete… e non gli verrà dato neppure
un bicchiere d’acqua!), perché chi accoglie il missionario riconosce in lui un
discepolo di Gesù, come dice Matteo. Marco, in maniere ancora più profonda, afferma
che il bicchiere d’acqua è dato al missionario perché egli
appartiene a Cristo.
Tra l’altro è la più bella definizione del cristiano: “essere di Cristo”, come ripeteva
anche Paolo: “Siete di Cristo” (Rm 8, 9; 1 Cor; 3, 23). Appartenere a Cristo è l’identità
più profonda del missionario e di ogni cristiano: il nostro vivere è Cristo.
Quale ricompensa riceveremo dunque
per un bicchiere d’acqua dato a chi ci ricorda Gesù? Il Vangelo non lo dice, ma
ce lo fa capire Matteo quando riporta le parole del Figlio dell’uomo nel
momento in cui verrà nella gloria per giudicare tutte le genti. “Ho
avuto sete e mi avete dato da bere”, dirà a quelli che sono alla sua
destra. Decreterà anche la ricompensa che li attende: “Venite, benedetti del
Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione
del mondo”. Addirittura! Il regno dei cieli per un bicchiere d’acqua.
Questa sì che è una promessa da Dio.
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