3 aprile 1930. Gli Oblati acquistano un grande terreno per costruire
una nuova casa di formazione. I giovani che chiedono di diventare missionari
sono sempre più numerosi.
Nel gennaio 1931 arrivano i venti primi scolastici. Nel
1935 nella nuova casa ci sono già 175 Oblati. Nel 1942 arrivano i novizi, che
raggiungo il numero di 87. La casa di Richelieu, sulla riva dell’omonimo fiume,
conosce i momenti più gloriosi. Nasce una tipografia, una panetteria, una sartoria…
Da qui partono missionari per il mondo intero.
Oggi la casa vede ritornare tanti dei giovani di allora,
anziani, ammalati, per l’ultima tappa della loro vita. Attualmente sono 75, età
media 87 anni. Vive qui l’Oblato più anziano della Congregazione, 101 anni. Con
loro anche 25 Gesuiti nella medesima situazione.
Questa la parabola della casa di Richelieu, simile a tanti
altre. Come la parabola della vita. Come gli alberi attorno che lasciano
esplodere i colori dell’ultimo guizzo di vita, per poi rendere alla terra le foglie:
un canto all’amore di Dio, che dà la vita e la riprende.
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