In una bella domenica estiva, sotto
un sole splendente e caldissimo, eccoci per le strade di Roma ripercorrendo gli
itinerari di sant’Eugenio de Mazenod. Ci vorrebbero delle settimane per visitare
tutto quello che lui amava visitare nei suoi sei viaggi a Roma, il primo dei
quali ebbe una durata di mesi.
Con i formatori, provenienti dal
mondo intero, la maggior parte a Roma per la prima volta, visitiamo diversi
luoghi. Particolarmente raccolta la visita alle stanze di sant’Ignazio. La
prima volta che sant’Eugenio vi entrò rimase a lungo a guardare ogni
particolare e a meditare sulla vita di sant’Ignazio concludendo, nel diario: “Tutti
questi preziosi ricordi mi hanno fatto veramente piacere, e questi luoghi mi
piacciono troppo perché non sia molto contento di visitarli”.
A San Paolo fuori le mura |
Anche noi ci attardiamo nell’atrio
affrescato dal Pozzi e poi a vedere le sobrie e austere stanze: lo studio, la
camera da letto… In quest’ultima stanza abbiamo pregato come aveva fatto sant’Eugenio.
Nella sua ultima visita, il 27
novembre 1854, annotava nel diario: “Ho cominciato la mia giornata andando a celebrare
la messa nella camera dove sant’Ignazio e san Francesco Borgia sono morti dopo
verla abitata durante il loro santo generalato è in questa camera che san Luigi
Gonzaga e san Stanislao Kostka furono ricevuto nella Compagnia di Gesù. È là
che san Filippo Neri, e senza dubbio anche gli altri santi che vivevano in
quell’epoca feconda di santi, vennero a visitare i due generali e intrattenersi
con loro. Trasformata in cappella san Carlo Borromeo e san Francesco di Sales
vi vennero a celebrare la santa Messa su questo stesso altare dove io stesso ho
avuto la grazie di celebrare il santo sacrificio. Sempre con un grande
sentimento di devozione prego in questo santo luogo. Non posso dimenticare la
grazia che ho ricevuto nel tempo del mio primo viaggio a Roma, quando avevo
così grande bisogno della protezione di tutti i santi che andavo a invocare in
ciascuno dei loro santuari. He messa fu quella! Non ne conto che 4 o 5 nella
mia vita in cui ho provato questo genere di grazia; non la si domanda ma quando
la si riceva, ci si confonde e si ringrazia con un grande sentimenti di
riconoscenza”.
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