La donna pagana non si stanca di invocare Gesù. Si stancano
invece i discepoli nel vederla venire dietro, petulante e insistente, e
chiedono a Gesù di accontentarla pur di toglierla di torno. Ma Gesù va dritto
per la sua strada, ha una missione precisa da compiere: adesso deve dedicarsi
al suo popolo; verrà poi il tempo dell’apertura ai pagani, che i Giudei
chiamavano “cani” (Gesù preferisce il diminutivo, “cagnolini”, per attenuare il
senso spregiativo). La donna sa che per il momento il “pane”, ossia i doni di
Dio, è riservato al popolo eletto, ma questo non spegne la sua speranza, anche
accende ancora di più la fiducia: può avere almeno le “briciole”?
La cananea sa pregare e ci insegna a pregare. Si esprime in
maniera semplice e diretta: “Signore, aiutami”, come Pietro nel vangelo di
ieri: “Signore, salvami”. Ma soprattutto sa dialogare con Gesù, lo ascolta,
entra nel suo progetto, si arrende alla sua logica per poi riprendere, senza
stancarsi, fino a portarlo dalla sua parte. Sa che le “briciole” di Dio valgono
più di ogni altro bene.
Mercoledì 8: Mt 15, 21-28
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