Due passi a Trastevere per
incontrare Pietro Cavallini che con le sue forme plastiche e i densi colori ti trascina
in un mondo mistico, sempre reale e profondamente umano. Prima a Santa Cecilia
per ammirare il giudizio universale, un vasto affresco dipinto alla fine del
1200 e riscoperto soltanto nel 1900 dietro il coro delle monache. Non è facile
accedervi, anche se basta chiedere alle benedettine, che custodiscono la
basilica dal 1100.
Il Cristo glorioso, circondato da angeli
e cherubini fieri di attorniare il loro Signore e dagli apostoli, uomo bel
ritagliati nei loro profili possenti… La scuola romana di pittura raggiunge il
suo culmine e compete con quella toscana già preannunciando Giotto. In una
parete nascosta dagli scanni delle monache una annunciazione che ritrae una
Madonna giovanissima, quasi una bambina, che gode di sapersi ormai la Madre di
Dio.
Poi a Santa Maria, sempre in
Trastevere, per contemplare ancora Cavallini con i mosaici della storia di
Maria, subito sotto l’abside sfolgorante della gloria del Cristo e di Maria. Quadri
di paesaggi lontani che mettono in risalto, vivissime, le scene e i personaggi che
ormai si allontanano del classico mondo bizantino.
Quanta bellezza da contemplare,
quanti soggetti da meditare, quante icone da pregare. Che gli artisti
continuino ad elevare l’anima umana e che l’anima umana si semplifichi e si
purifichi per poter godere del bello.
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