La più breve e la più bella parabola di Gesù! Sente che è
arrivata l’ora tanto attesa di portare a compimento l’opera che il Padre gli ha
affidato: prendere su di sé ogni peccato, ogni divisione e ricomporre in unità
i figli di Dio dispersi. Per far questo deve dare la sua vita, come il pastore buono
dà la vita per il suo gregge. Nessuno gliela toglie, la dona liberamente. È
l’amore “più grande”, che lo porta fino a morire per “amici” – ci considera
tali! Ma la sua morte frutta la vita: come nella spiga il chicco di grano
rinasce moltiplicato, così nella risurrezione Gesù unisce a sé tutti noi e
ritrova una infinità di fratelli e di sorelle che vivono della sua stessa vita.
Egli invita anche noi a percorrere il suo cammino, a rivivere la
sua esperienza: dare la vita per gli altri, ossia interessarsi a loro, pensare
al loro bene, non lasciare mai nessuno solo… al punto da dimenticarsi di noi.
Penserà Lui a ricordarsi di noi e, in cambio dell’amore che abbiamo avuto per lui
presente degli altri, a darci la pienezza della vita e della gioia.
Venerdì 10: Gv 12, 24-26
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