Settimo giorno della novena di Pentecoste
È un ideale troppo alto
quello che ci stiamo proponendo questi giorni? Ce la faremo a viverlo? Ecco che
lo Spirito si fa nostra forza! “Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di
timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2 Tim 1, 7). Scendendo su Maria lo Spirito si è mostrato “potenza
dell’Altissimo” (Lc 1, 35) e ancora “potenza”
quando discese su Gesù (Atti 10, 38).
Gli apostoli a Pentecoste furono “rivestiti della potenza dall’Alto” (Lc 24, 49), e secondo la promessa di
Gesù non ebbero paura di testimoniarlo davanti al sinedrio e davanti ai
tribunali. Anche Paolo, lungo tutta la sua vita, ha costantemente sperimentato
la medesima “potenza dello Spirito” (1 Cor
2, 4-5).
La fortezza non è caratteristica esclusiva di persone particolarmente coraggiose o eroiche, è un dono di Dio, uno dei sette doni dello Spirito Santo. Papa Francesco ricorda che le persone semplici, che vivono una vita ordinaria con amore straordinario, possono compiere, nel silenzio, quotidiani gesti eroici nelle piccole e grandi difficoltà dell’esistenza: “Fanno tutto questo perché c’è lo Spirito di fortezza che li aiuta. Non conosciamo i loro nomi, ma sono i santi del quotidiano e vivono nascosti in mezzo a noi. Onorano la nostra Chiesa perché sono forti: forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede”. È la testimonianza silenziosa dei martiri di ogni giorno che non comporta la morte, ma anch’essa “è un ‘perdere la vita’ per Cristo, compiendo il proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la logica del dono, del sacrificio” (Angelus, 23 giugno 2012).
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