Quarto giorno della nostra novena di Pentecoste
“Fino alla gelosia ci ama lo
Spirito che egli (Dio) ha fatto abitare in noi” (Gc 4, 5). E amandoci ci porta in dono l’amore, perché Egli stesso è
l’Amore di Dio donato e riversato nei nostri cuori, è l’Amore fatto persona!
L’Amore si identifica infatti
con lo Spirito Santo (cf Rm 15, 30; Col 1, 8). Se il Padre è l’Essere e il
Verbo la Luce, lo Spirito è la Vita, l’Amore. Lo Spirito Santo, direbbe
Sant’Agostino, è “un qualcosa di comune al Padre e al Figlio. Ma questa
comunione è consustanziale e coeterna: se le conviene il nome di amicizia la si
chiami pure così; ma è più esatto chiamarla carità... Lo Spirito Santo è dunque
comunione, amicizia, carità, unità, dono”
(De Trinitate, VI, 5, 7).
Così amati, anche noi
possiamo amare a nostra volta con l’amore che ci è donato (cf. Rm 5, 5).
L’amore che lo Spirito
riversa nel cuore si risolve in dono di sé ai fratelli, fino a coinvolgerli
nella reciprocità dell’amore, secondo il comando del Signore, fino all’unità.
Chi è animato dallo Spirito
vive l’unità e lavora per realizzarla (proprio come fa lo Spirito Santo all’interno
della Santissima Trinità), per far nascere la comunità cristiana (Lui ne è l’Anima!),
ridare la vita a quanti sono morti a causa del peccato (è il soffio che, nella
visione di Ezechiele, rianima le ossa aride…), mantenere viva l’unità e di
portare avanti e incrementare la vita.
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