Il 5 maggio ha avuto luogo la presentazione libro “Le Lettere” di Chiara Lubich. Una sala piena interessata e attenta,,,
Come ho già avuto modo di
scrivere le Lettere di quel periodo consentono di seguire in diretta la nascita di un carisma. L’Autrice
stessa ne restò meravigliata quando, nel 1977, le furono consegnate alcune di quelle
lettere, di cui lei non aveva più conoscenza. Nel mese di maggio
di quell’anno comincia a rileggerle e nel diario ne riporta alcuni passi che commenta.
Con sorpresa trova la freschezza del suo carisma. Il 10 maggio scrive: “Leggo le
letterine dei primi tempi per scrutare il carisma. È Dio, è l’Amore! Dio dunque,
non il Movimento, non le opere, non le zone, non il lavoro, niente... Dio. Amare
colui che resterà all'ultimo giorno”. Il 13 maggio: “La letterina di oggi dice”
– e riporta un testo, per poi concludere: “Questo è magnifico! è la nostra spiritualità”.
17 maggio: “Allora è vero!” Queste cose le “dicevo ancora nel '43 quando ‑ diciamo
pure la verità ‑ non sapevo forse quello che mi dicevo”. Il 19 maggio legge da una
sua lettera scritta a Elena Molignoni del 1944: “Amo Dio e lo vorrei far amare come
mai fu amato”. E commenta: “È un altro imperativo del carisma. (…) Non avrei certo
allora immaginato d'arrivare qui”.
A me hanno particolarmente colpito le lettere indirizzate ai religiosi. Qui la dottrina sgorga allo stato puro perché sono persone che sanno cos’è un carisma, una spiritualità e quindi possono comprenderla come poche altre. Qui troviamo i testi più profondi sull’unità, su Gesù Abbandonato... Quando negli anni ’80 Chiara codifica in un certo senso la sua spiritualità scrivendo i suoi temi fondamentali, userà tantissimo queste lettere scritte ai religiosi perché lì già aveva esposto con chiarezza la novità della sua spiritualità.
Come per gli altri
destinatari è interessante notare, al di là del contenuto, il tipo di rapporto
che è capace di intrattenere con ognuno. Rapporti differenti da persona a
persona a cui si rivolge come fosse l’unica, con la sua specificità umana e
spirituale, perché veramente ogni persona è unica. Ma anche nel rapporto con la stessa persona quante sfumature: a volta si mostra madre, altre maestra, altre figlia,
altre discepola… Segno di rapporti autentici e sinceri, come autentiche e
sincere sono tutte queste lettere.
Un’attenta e colta lettrice
ieri mi ha scritto: “Sarà un testo imprescindibile della
letteratura italiana”. Sarebbe l’ora! Dopo le lettere di santa Caterina da
Siena la storia della lettura italiana ha sistematicamente eliminato tutti i
testi di autori spirituali. Che ci sia un fecondo ritorno…
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