Sempre precorro i tempi così mi accorgo che ho letto il Vangelo di domenica prossima. Vorrà dire che domenica prossima farò un passo indietro…
Un
pastore, un gregge, un ovile. Sono immagini familiari anche se, nella nostra società
industriale e urbana, è una rarità incontrare un gregge. L’allegoria del
pastore buono e bello, quello vero e autentico, che instaura un rapporto di mutua
conoscenza con le sue pecore e che le ama al punto da dare la vita per loro,
esula ormai dal riferimento storico e mostra, al di là dell’allegoria, la
figura di Gesù vicino a ognuno di noi quale guida sicura nel cammino della
vita.
Meno
familiare la similitudine della porta. Gesù una porta, anzi, “la” porta? E per
introdurci dove? Forse quanti lo ascoltavano ricordavano d’aver udito dai loro
padri parlare della mitica Babilonia come della “porta degli dei” (tale è il
significato del suo nome), o pensavano alla porta del tempio in Gerusalemme, che
li immetteva al cospetto di Dio. Ma quelli erano soltanto dei simboli. Quale
porta può spalancarsi realmente sul Regno dei cieli, aprirci il paradiso e
introdurci nel seno del Padre?
L’unica
porta, l’unica via di comunicazione tra Dio e l’umanità, è Gesù: tutto è stato
fatto per mezzo suo, la grazia e la verità ci sono giunte tramite lui, Dio si è
rivelato ed è sceso grazie a lui.
Sei
Dio che si fa uomo, la porta attraverso
Quante
vie traversiamo, quante arrampicate inutili per cercare una scorciatoia, quanti
tentativi maldestri per impossessarci con la forza, come ladri, della felicità,
della pienezza di vita, della salvezza: il successo, i soldi, il potere, la
bellezza, quando non ci si rivolge ai maghi, agli astrologi, o addirittura alle
esperienze esoteriche e sataniche. Si cercano i passaggi segreti quando la
porta è lì, spalancata, davanti a noi!
Che
altro ci resta se non entrare? Ossia ascoltare la voce di Gesù Buon Pastore,
mettere in pratica la sua parola, seguirlo con docilità e fiducia, fino ad
aderire pienamente a lui, fino ad essere altri lui.
Forse
anche noi, perché fatti Gesù dal suo amore misericordioso, vuoti di noi stessi
come egli si è svuotato della sua divinità, trasparenti perché solo amore,
possiamo sperare di diventare almeno una piccola fessura che lascia intravedere
il Cielo a quanti incontriamo sul nostro cammino.
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