Domenica mattina, alle 12.30, presentazione del libro “Che Artista il mio artista”, nell’ambito degli eventi del “Villaggio della terra” a galoppatoio di Villa Borghese. Come si vede dall’invito quelli che prenderanno la parola sono numerosi e con una rappresentatività molto varia: - Gian Vittorio Caprara, docente emerito di psicologia Università La Sapienza di Roma - Letizia Magari, sorella di Simonetta - Veronica Rosa, psicologa - Elisabetta Bardeggia, esperta in disabilità - Antonella Magnoni, psicologa Opera Don Guanella - Antonia Testa, medico Policlinico Gemelli. Con la moderazione di Silvia Cataldi, docente di sociologia Università La Sapienza.
Io penso dovrò soprattutto ascoltare.
Certamente mi chiederanno perché ho scritto il libro. Già, perché l’ho scritto?
Innanzitutto per una ragione banalissima: perché la
direttrice di Città Nuova me l’ha chiesto! Gli era venuto a mancare un titolo
per la collana che dirige e aveva pensato che avrei potuto riempire quel vuoto:
“Scrivi un romanzo su Simonetta. Sei veloce a scrivere. In un mese prepari il
libro!”.
Dopo un attimo di perplessità – “Ma devo scriverlo
proprio io? Altri lo farebbero meglio di me” – ho accettato la sfida. Con
gioia, per tenere viva la memoria di Simonetta. Perché la sua vicenda mi aveva
coinvolto molto, anche emotivamente. Mi sembrava un dovere di riconoscenza.
Terzo motivo… Perché dato il genere letterario proprio
della collana che avrebbe accolto lo scritto – un racconto, un “romanzo” –
avrei potuto dire quello che volevo, quello che sentivo, quello che avrei
voluto dire… Quello che faccio dire a Simonetta lo dico io, vorrei poterlo dire
io, è quello in cui credo. Allora sono cose mie o sue? Sono cose mie perché
sono cose sue. Lei ha saputo tirare fuori il meglio di me.
È venuto un libro troppo breve? Sono i limiti dati dalla
collana, obbligandomi a incentrarmi soprattutto sulla fine, senza preoccuparmi
di montare su una biografia. Scritto troppo in fretta? Mi ha consentito di
concentrarmi e rivivere con intensità e partecipazione l’avventura di Simonetta.
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