sabato 15 aprile 2023

Beato chi crede senza vedere

 

La più alta professione di fede di tutto il Nuovo Testamento: “Mio Signore e mio Dio”. Una fede partecipata, personale, appassionata. Non la fede in qualcosa oggettivamente presente ma discosto, frontale, lontano: sei il “mio” Signore, il “mio” Dio.

Credere in te è lasciarti entrare nella “mia” vita, riconoscere un rapporto che ci unisce intimamente, in una reciproca appartenenza: tu sei mio perché io sono tuo, mi hai acquistato a caro prezzo, con il tuo stesso sangue, testimoniato dal segno dei chiodi e della lancia che non hai voluto cancellare perché sempre, per tutta l’eternità, vi leggessimo il tuo amore infinito. Sei proclamato da Tommaso “il” mio Signore, “il” mio Dio, proprio con l’articolo (così in greco), a sottolineare che sei l’unico, il tutto, senza possibilità di parcellizzare l’appartenenza e l’amore.

Al vederlo i discepoli furono pieni di gioia. “Beati i vostri occhi perché vedono”, proclamò loro una volta.

Sì, veramente beati. Che gioia sarebbe vederti! Potessimo essere stati lì anche noi, a porte chiuse, e nell’intimità di quella sera vederti. Ma questo nostro tempo è il tempo della Chiesa e tu, asceso al Cielo, sei stato sottratto ai nostri occhi. Eppure tu, che sei l’Onnipotente, non potresti compiere ancora il miracolo e mostrarti ai nostri occhi? Allora, dopo la risurrezione, ti sei fatto vedere alle donne per strada, a Maria di Magdala nell’orto, a Cleofa e al suo compagno nella casa di Emmaus, ai discepoli nella stanza superiore, sul lago… Tu che ti sei mostrato in luoghi tanto diversi e tanto comuni, non puoi mostrarti anche a noi?

Forse è proprio questo l’insegnamento: puoi apparire ovunque perché ovunque sei presente: in casa, al lavoro, per strada, nei posti più impensati. Ci sei perché sei il Risorto, il Vivente, non più legato a un luogo, a un tempo. Il miracolo non è quando tu appari. Il miracolo è che tu ci sei, qui, realmente presente, e non ti fai vedere!

Siamo beati anche noi che non ti vediamo, come lo erano i tuoi discepoli che ti vedevano. Anche noi, come loro, siamo pieni di gioia perché tu ci sei, qui, accanto, in mezzo a noi, il mio Signore e il mio Dio.

 

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