martedì 18 aprile 2023

La vecchiaia come dono

Continuo a scrivere la mia conferenza sull’anzianità tenendo davanti a me lo specchio…

La vita è sempre un dono, in tutte le sue fasi. Abitualmente quando si parla della vita come dono si pensa al momento della nascita. Molti degli attivisti dei vari movimenti in difesa della vita si battono infatti contro l’aborto, salvo disinteressarsi, sovente, di assistere la vita che hanno fatto nascere. La vita è un dono sempre, anche nel periodo della vecchiaia.

Non è né una maledizione né una condanna inevitabile. La saggezza sta nell’accogliere la vecchiaia come dono, senza negarla, nell’imparare a convivere con l’inevitabile declino del proprio corpo senza farsene condizionare troppo.

Potremmo ricordare le parole di Gesù a Nicodemo: “Se non nascete dall’alto…” (cf. Gv 3, 1- 15). Esse costituiscono la “buona novella” per chi è avanti negli anni. Presentano la vecchiaia come l’occasione di una rinascita, il tempo per una nuova vocazione, per riconciliarsi con la parte meno felice della propria esistenza, con gli errori, con le occasioni d’amore mancate. Potrebbe essere vissuta come un tempo di purificazione, nell’umiltà, in parte nel dolore, nella carità sempre, quasi un “Purgatorio” che apre le porte al Paradiso. È tempo della mai compiuta conversione.

È il tempo della fede e della fiducia, l’età dell’abbandono e della speranza, del perdono e della grazia. Il tempo di una vita nuova.

Benedetto XVI alle anziane e anziani di una delle case-famiglia gestite dalla Comunità di Sant’Egidio, ove si era recato in visita il 12 novembre 2012, così si esprimeva: «vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche “acciacco” e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza».

Nella Lettera agli anziani del 1999 Giovanni Paolo II offre indicazioni per una spiritualità di questa età. «Da vecchio» scrive «l’uomo riscopre il sostegno di Dio e chiunque ha frequentato anche poco gli anziani sa bene quanto la fede li aiuti e li sostenga, sino a divenire una vera e propria energia, una fortissima medicina che risveglia quella forza vitale che Dio ha deposto nel cuore di ogni uomo. La vecchiaia non è la fine, ma una nuova vocazione. I vecchi possono essere molto utili per gli altri e in tanti modi. Lo sono con la sapienza che hanno accumulato negli anni».

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