Continuo a scrivere la mia
conferenza sull’anzianità tenendo davanti a me lo specchio…
La vita è sempre un dono, in
tutte le sue fasi. Abitualmente quando si parla della vita come dono si pensa
al momento della nascita. Molti degli attivisti dei vari movimenti in difesa
della vita si battono infatti contro l’aborto, salvo disinteressarsi, sovente,
di assistere la vita che hanno fatto nascere. La vita è un dono sempre, anche
nel periodo della vecchiaia.
Non è né una maledizione né
una condanna inevitabile. La saggezza sta nell’accogliere la vecchiaia come
dono, senza negarla, nell’imparare a convivere con l’inevitabile declino del
proprio corpo senza farsene condizionare troppo.
Potremmo ricordare le parole
di Gesù a Nicodemo: “Se non nascete dall’alto…” (cf. Gv 3, 1- 15). Esse
costituiscono la “buona novella” per chi è avanti negli anni. Presentano la
vecchiaia come l’occasione di una rinascita, il tempo per una nuova vocazione, per
riconciliarsi con la parte meno felice della propria esistenza, con gli errori,
con le occasioni d’amore mancate. Potrebbe essere vissuta come un tempo di
purificazione, nell’umiltà, in parte nel dolore, nella carità sempre, quasi un
“Purgatorio” che apre le porte al Paradiso. È tempo della mai compiuta
conversione.
È il tempo della fede e della
fiducia, l’età dell’abbandono e della speranza, del perdono e della grazia. Il
tempo di una vita nuova.
Benedetto XVI alle anziane e
anziani di una delle case-famiglia gestite dalla Comunità di Sant’Egidio, ove
si era recato in visita il 12 novembre 2012, così si esprimeva: «vorrei dirvi con
profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper
scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa
contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevuto
il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante
qualche “acciacco” e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la
gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza».
Nella Lettera
agli anziani del 1999 Giovanni Paolo
II offre indicazioni per una spiritualità di questa età. «Da vecchio» scrive «l’uomo
riscopre il sostegno di Dio e chiunque ha frequentato anche poco gli anziani sa
bene quanto la fede li aiuti e li sostenga, sino a divenire una vera e propria
energia, una fortissima medicina che risveglia quella forza vitale che Dio ha
deposto nel cuore di ogni uomo. La vecchiaia non è la fine, ma una nuova
vocazione. I vecchi possono essere molto utili per gli altri e in tanti modi.
Lo sono con la sapienza che hanno accumulato negli anni».
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