Maria, ai piedi della croce, “stabat”, nella più alta solitudine: “Stabat Mater dolorosa / iuxta crucem lacrimosa, / dum pendebat Fílius”.
Il sabato santo la Madre si erge in tutta la sua maestà, ferma davanti al
dolore, senza disertare. È bella Maria in questo silenzio con il quale accoglie
e avvolge il grido del figlio. Il Padre sembra non ascoltarlo. Lo ascolta la
Madre e lo fa suo.
Eppure il Vangelo ha un plurale: «Stavano presso
la croce di Gesù…». Accanto a Gesù appare Giovanni e altre tre donne, di due conosciamo
i nomi, Maria di Cleofa e Maria di Magdala, dell’altra solo la parentela, è la
sorella di Maria e quindi la zia di Gesù. I Sinottici introducono anche altre
donne: Maria, madre di Giacomo, la madre dei figli di Zebedeo, Salome,
Giovanna.
È una bella comunità. Il dolore condiviso
unisce, crea famiglia. E lì, ai piedi della croce, quel giorno nasce proprio la
Chiesa. Quelle nove persone sono già i tutti: «Io, quando sarò innalzato da
terra, attirerò tutti a me» (12, 32). Ci siamo anche noi, discepoli di Gesù,
sua famiglia, figli di Maria.
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