mercoledì 19 aprile 2023

Pregare in lingue

 

Oggi mi è arrivata la traduzione francese del libro sulla preghiera in Chiara Lubich. Un bel formato, e soprattutto una bella traduzione di Jean-Marie Wallet.

Il libro è stato tradotto anche in portoghese, spagnolo, ungherese.

Bello parlare in tante lingue!

Sono grato a Margaret Karram per la sua presentazione nella quale, narrando la propria esperienza, scrive:

Sono stata eletta presidente del Movimento dei Focolari il 31 gennaio 2021 e da quel momento la mia vita si è arricchita enormemente: riunioni, eventi, viaggi, incontri che mi hanno aperto orizzonti mente e cuore, ma anche dolori e situazioni difficili.

A scandire il tempo delle mie giornate era – e talvolta è ancora – l’agenda di lavoro fitta di appuntamenti ed è stato proprio in un momento in cui dovevo scegliere a cosa dare pre­cedenza che ho sentito dentro un monito: quello di rallentare.

Mi sono tornate in mente alcune parole di Gesù: «Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11, 28). Parole che mi si sono ripresentate più e più volte, come fossero un richiamo a porre un freno al vortice delle mie gior­nate, a ricordarmi il senso del mio impegno, in definitiva a ra­dicarmi in Dio, Colui per il quale ho scelto di vivere. Solo così, ne ero certa, avrei potuto mettere il mio tassello e dare il mio piccolo contributo per indirizzare il Movimento dei Focolari sempre più verso il Vangelo, radice di tutto. Sentivo che questo tornare a Dio non poteva restare solo un anelito personale, ma dovevo comunicarlo ai membri del Movimento, perché tutti potessimo metterci o rimetterci in ascolto della Sua voce.

Questa aspirazione ha avuto una grande risonanza ed è stata accolta nei più vari ambiti del Movimento. Ho ricevuto infatti numerose lettere, messaggi, echi profondi da tutto il mondo da parte di persone che avevano trovato nuovo slancio in un rinnovato rapporto con Dio.

Ho compreso sempre più che quel richiamo a rallentare, a fermarsi era un invito al “raccoglimento”. Una chiamata prima di tutto a far spazio al rapporto con Dio, a trovare il tempo per Lui, pur immersi nella quotidianità, per poi affrontare le relazioni con gli altri e la responsabilità che comporta il lavoro per il Suo regno.

Un “rallentare”, per saper cogliere il filo d’oro che lega situazioni e avvenimenti, per discernere il disegno di Dio sul nostro vivere e operare per il “che tutti siano uno” (Gv 17, 21). Da qui l’esigenza della preghiera e il desiderio di approfon­dire l’unione con Dio.

 

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