Oggi mi è arrivata la traduzione francese del libro sulla
preghiera in Chiara Lubich. Un bel formato, e soprattutto una bella traduzione
di Jean-Marie Wallet.
Il libro è stato tradotto anche in portoghese, spagnolo,
ungherese.
Bello parlare in tante lingue!
Sono grato a Margaret Karram per la sua presentazione
nella quale, narrando la propria esperienza, scrive:
Sono stata eletta presidente del Movimento dei Focolari
il 31 gennaio 2021 e da quel momento la mia vita si è arricchita enormemente:
riunioni, eventi, viaggi, incontri che mi hanno aperto orizzonti mente e cuore,
ma anche dolori e situazioni difficili.
A scandire il tempo delle mie giornate era – e talvolta è
ancora – l’agenda di lavoro fitta di appuntamenti ed è stato proprio in un
momento in cui dovevo scegliere a cosa dare precedenza che ho sentito dentro
un monito: quello di rallentare.
Mi sono tornate in mente alcune parole di Gesù: «Venite a
me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11, 28).
Parole che mi si sono ripresentate più e più volte, come fossero un richiamo a
porre un freno al vortice delle mie giornate, a ricordarmi il senso del mio
impegno, in definitiva a radicarmi in Dio, Colui per il quale ho scelto di
vivere. Solo così, ne ero certa, avrei potuto mettere il mio tassello e dare il
mio piccolo contributo per indirizzare il Movimento dei Focolari sempre più
verso il Vangelo, radice di tutto. Sentivo che questo tornare a Dio non poteva
restare solo un anelito personale, ma dovevo comunicarlo ai membri del
Movimento, perché tutti potessimo metterci o rimetterci in ascolto della Sua
voce.
Questa aspirazione ha avuto una grande risonanza ed è
stata accolta nei più vari ambiti del Movimento. Ho ricevuto infatti numerose
lettere, messaggi, echi profondi da tutto il mondo da parte di persone che
avevano trovato nuovo slancio in un rinnovato rapporto con Dio.
Ho compreso sempre più che quel richiamo a rallentare, a
fermarsi era un invito al “raccoglimento”. Una chiamata prima di tutto a far
spazio al rapporto con Dio, a trovare il tempo per Lui, pur immersi nella
quotidianità, per poi affrontare le relazioni con gli altri e la responsabilità
che comporta il lavoro per il Suo regno.
Un “rallentare”, per saper cogliere il filo d’oro che
lega situazioni e avvenimenti, per discernere il disegno di Dio sul nostro
vivere e operare per il “che tutti siano uno” (Gv 17, 21). Da qui l’esigenza
della preghiera e il desiderio di approfondire l’unione con Dio.
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