Pietro, Giacomo, Giovanni. Gesù se li porterà con sé nell’orto
degli ulivi. Saranno i testimoni del suo pianto, della debolezza, dell’implorazione
che rivolgerà al Padre perché allontani il calice amaro dei patimenti e della
morte. Si mostrerà loro tremante, impaurito, angosciato, triste da morire.
Sono gli stessi tre che oggi Gesù porta con te sul monte alto, in
mezzo alla piana distesa e ridente di Galilea. Prima di far conoscere le
tenebre del Getsemani mostra loro lo splendore del Tabor. Prima di mostrare la sua
fragile umanità vuol far loro vedere la sua radiosa divinità.
Aveva appena detto ai discepoli che sarebbe andato a morire e che
per essere suoi discepoli veri occorre condividere la sua croce. Erano un
annuncio e una pretesa troppo crudeli. Non per niente Pietro si era ribellato e
per amore di Gesù s’era frapposto tra lui e Gerusalemme, il luogo del tuo
destino. Così facendo, senza saperlo, s’era opposto al volere del Padre, quasi
a dividere Gesù dal Padre. E si senti chiamato “satana”, il padre di ogni divisione.
Come poteva comprendere, Pietro? Forse noi capiamo, quando viviamo
il dolore e la prova? Perché seguire Gesù sulla assurda via della croce?
Perché?
La risposta è una sola: “Vieni a vedere cosa c’è al di là del
dolore, vieni a vedere la gloria della risurrezione”. Prima Gesù chiama Pietro “satana”
e subito dopo lo porta, con gli altri due, sul monte alto. E tutto è luce, bellezza,
gaudio infinito. Vorrebbero eternare l’attimo: facciamo tre tende!
Soltanto dopo averci incantato e averci fatto gustare un anticipo
di cielo, soltanto dopo averci mostrato la luce e fatto intravedere la bellezza
del tuo volto, Gesù può chiederci di seguirlo. Soltanto allora può domandarci
tutto, anche di prendere la croce assieme a lui, anche il martirio, quello di
spada e quello a colpi di spillo, centellinato giorno per giorno, fatto di
ansietà, incertezze, piccoli e grandi dolori, preoccupazioni, solitudine…
Quando si è innamorati si possono fare tutte le pazzie e si
possono sopportare tutti i patiri. Gesù stesso ha avuto bisogno che il Padre gli
facesse sapere che era il suo figlio amato!
Senza aver visto il volto di Gesù splendente di luce non lo si può
riconoscere nel volto coperto di sputi e di sangue. Senza il Tabor non è
possibile affrontare il Golgota. Per questo nel cammino della Quaresima la
Chiesa si fa vedere la meta:
Nessun commento:
Posta un commento