Ilaria Pedrini, un mito! Ha
letto il libretto sul Rosario. È sua l’iniziativa di farlo pubblicare, e lo sta
promuovendo! La sua esperienza è molto più bella del libro:
Appena ho visto il titolo un
tuffo al cuore: eureka! Da tanto tempo ero scontenta del mio modo di recitare
il Rosario: una pratica bella e già presente nella mia vita fin da bambina, che
tuttavia ultimamente mi lasciava scontenta senza che riuscissi a capirne il perché.
Padre
Fabio sembrava rispondere alla mia domanda, benché non ne avessi ancora mai
fatto cenno ad alcuno. “Basta fermarsi
alla prima metà dell'Ave Maria, alla parola Gesù". Così sembrava
dirmi, suggerendo di non continuare con la seconda parte (che mi rattrista) ma
di “restare in Gesù”, concentrata in una delle definizioni di Lui contenute
nella Scrittura.
Padre Fabio nel libro ne
suggerisce una per ogni Ave Maria dei 4 misteri del Rosario, ossia 200, anzi,
250, perché egli ha aggiunto un’altra meravigliosa invenzione: i Misteri della Resurrezione. E
tuttavia non limita le possibili definizioni a quelle 250 ma osserva che, una
volta appreso “il modo nuovo”, la lode a Gesù diventa spontanea e creativa.
Il Rosario, preghiera
mariana, comincia con un saluto a Lei e poi … via, per la tangente, verso di
Lui. Ogni Ave Maria così è nuova, è uno sguardo nuovo su Gesù. L'uovo di
Colombo? Non so che dire. So che ho provato a seguire questo “modo nuovo"
e – per me – è ormai questa la normalità del Rosario. Ha cambiato in meglio la
mia preghiera, molto in meglio.
Entusiasta, ho cominciato a
parlarne con gli amici e ho trovato curiosità, interesse e stupore. Soprattutto
tra gli amici di altre fedi e di altre confessioni cristiane.
Anche gli amici musulmani
infatti sgranano il loro “misbaha”, il filo di 99 “perle di preghiera” che li
aiuta a lodare Allah con la recita dei suoi 99 nomi.
Anche gli amici buddisti o
induisti sgranano il loro "mala" che li accompagna nella recita dei
mantra, che li eleva e li rilassa, portando nell’animo la pace.
E gli ebrei capiscono una
simile preghiera contemplativa perché è della tradizione rabbinica l’invito che
Luca mette anche sulle labbra di Gesù, ossia l’invito a “pregare sempre” e a
“pregare senza stancarsi” (Lc 18,1 e 21,36).
Senza dire che il Rosario,
pregato così, può avere una grande valenza ecumenica: è del “pellegrino russo”
della tradizione ortodossa il sogno di non smettere mai di invocare il Signore,
mentre si è occupati - laicamente - nelle faccende di ogni giorno! Ed è delle
sensibilità della riforma un rapporto con Maria che non la separa dall’unicità
del Figlio.
Auguro a tanti queste
scoperte e chissà quali altre ancora!
Un grazie enorme a Padre
Fabio.
Per mezzo suo il Carisma
degli Oblati di Maria Immacolata, donato per primo a Eugene de Mazenod molti
anni fa, oggi ci procura un meraviglioso regalo: un Rosario che è tutto e solo
“parola di Dio”, un rapporto con Maria che ci proietta nella speranza
dell’immedesimazione con Lei, Immacolata.
Per l’ordinazione, 8 euro:
https://editrice.effata.it/landing_page/pregare-il-rosario-in-modo-nuovo-preordina/
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