Davanti a una difficoltà, a una prova, a una
disgrazia, viene spontaneo chiedere a Dio: “Perché mi tratti così, cosa ho
fatto di male?”. Non siamo diversi dai discepoli di Gesù che, davanti a un
cieco, gli domandano di chi è la colpa, sua, dei suoi genitori... La cecità è e
rimane oggettivamente una situazione negativa, ma Gesù da tutto sa ricavare il
positivo: “È cieco perché in lui siano manifestate le
opere di Dio”.
Quali opere? Il miracolo della vista?
Sì, ma come segno di un miracolo ben più grande: vedere e riconoscere Gesù. Tanti
altri hanno il dono della vista, ma rimangono ciechi alla visione vera.
L’uomo cieco dalla nascita invece ha
sofferto, ha bramato
In filigrana è disegnato il cammino della Chiesa, di ogni cristiano. Sappiamo avvertire la presenza di Dio quando ci piomba addosso l’avversità? La riconosceremo come la via necessaria perché si manifesti appieno l’opera di Dio? Giobbe avrebbe mai visto il volto di Dio se non fosse passato attraverso le mille tribolazioni? “Fino ad ora ti conoscevo per sentito dire – confessò al termine della sua esperienza – ora i miei occhi ti vedono”.
Gesù, luce del mondo,
vienici incontro sul nostro cammino,
dissipa le tenebra
del nostro peccato,
aprici gli occhi
e ti riconosceremo,
illumina i cuori e ti seguiremo,
mostraci il tuo splendore
e ti ameremo adoranti
unico Signore.
Trasformaci in luce
perché possiamo renderti testimonianza
ed essere la tua luce.
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