Terminato il convegno sulla linguistica, con un piccolo gruppo di partecipanti, abbiamo risalito la valle del Primiero e abbiamo visitato Tonadico. Ho così potuto esaudire uno dei miei più profondi desideri: fare la guida (l’altro desiderio nascosto è quello di direttore d’orchestra, ma lo vedo proprio irrealizzabile!).
Siamo stati nella “Baita
Paradiso”, siamo saliti alla chiesa di San Vittore, siamo andate nel bosco di “Madonna
della Luce”… e abbiamo riascoltato i racconti di quanto accadeva in quei luoghi
più di settant’anni fa, quando attorno a Chiara nasceva un’Opera nuova, nella
semplicità della vita quotidiana, in mezzo ad una natura incantata, nella luce
del Cielo.
Abbiamo così
ascoltato le testimonianze di chi era là allora:
«Una volta sbrigate le faccende di casa passavamo fuori il resto della giornata, salivamo per i boschi e per i prati, in lunghe gite in montagna. Andavamo insieme e, lungo il cammino, conversavamo.
Se sostavamo per un
pic-nic, o se ci accomodavamo all’ombra di un albero o su di un prato, lei
cominciava a parlare e noi le stavamo sedute tutt’attorno. Ci riposavamo e
costruivamo l’unità tra noi, cioè ci amavamo in modo ‘soprannaturale’. Eravamo
sempre in Dio, con semplicità. Natura e sopranatura erano un tutt’uno per noi».
«Chi potrà dimenticare quei giorni di luce? I tramonti infuocati ci parlavano del Verbo, splendore del Padre, le campane di san Vittore ci accompagnavano nel canto del Magnificat, gli abeti della località Madonna della Luce, così in armonia con le leggi della natura, ci svelavano il mistero di Maria, fiore dell’umanità. Tutto il creato ci parlava e cantava al Creatore, anche un verme che usciva dalle tombe del cimitero era un richiamo a Gesù Abbandonato, il nostro sposo, che per amore s’è fatto verme della terra.
Ci parlava, con chiarezza mai sperimentata, la Parola di vita, che vivevamo con intensità unica, in mezzo ai lavoretti di casa. Soprattutto ci parlava Chiara, che per noi si faceva voce di Dio. Viveva nel suo Cielo e viveva con noi, con la semplicità di una mamma. Ci comunicava tutto».
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