venerdì 18 settembre 2020

A scuola della storia

Poco distante, al foro Italico, a centinaia si ergono statue nude e muscolose di atleti. Creano una s
cenografia mozzafiato, ma sembra non abbiano anima, o almeno non hanno parole per dirla. Il Cristo accanto al Ponte Milvio è massiccio e una veste amplissima ne nasconde i muscoli. Ma ha un messaggio che attraversa la storia, quell' “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”, capaci di orientare la orienta verso la sua meta, il suo compimento.
Lunedì inizierà l’autunno. Approfitto degli ultimi giorni dell’estate calda per qualche passeggiata. 12, 13 chilometri in luoghi silenziosi come i lungo Tevere, sui camminamenti a livello del fiume, o su per Monte Mario. 
Da Ponte sant’Angelo a Ponte Milvio il cammino è accompagnato dagli alberi che crescono sulla riva, dell’affacciarsi dei palazzi su in alto, lungo i viali, da vogatori in canoa, da pochi ciclisti. 
I ponti raccontano la storia.

Il ponte Duca d’Aosta collega il quartiere Flaminio al Foro Italico, una volta Foro Mussolini. È elegante, a una sola arcata, bianchissimo. Davanti la stele di Mussolini, che reca ancora il suo nome e l’appellativo di Dux. Forse è l’unica memoria rimasta di lui. La storia non si cancella. O anche il voler cancellare la storia, come i fasci tolti dall’obelisco, segna un’altra pagina di storia. In quel nome rimasto e in quei fasci aboliti, il succedersi dell’intricato cammino della nostra umanità.

Più avanti, a Ponte Milvio la storia è una sovrapposizione di storie, dalla battaglia tra Costantino e Massenzio alla difesa della Repubblica romana, quando Garibaldi fece saltare il ponte per arrestare l’avanzata dei francesi, fino ai lucchetti che oggi gli innamorati lasciano in segno d’una storia d’amore che vorrebbero non finisse mai.
Lasciare che le storie si raccontino. E proprio lungo il fiume: il suo corso silenzioso e costante ricorda che tutto passa.

Accanto a Ponte Milvio, da una ventina d’anni, sta una nuova statua di Cristo, in bronzo (ce n'ha già una sul ponte, da secoli). Chi l’ha messa? Perché? Resta un mistero. Ormai è lì, provvisoria per sempre, e sul suo basamento una sua frase scolpita nel marmo: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”. 

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