giovedì 24 settembre 2020

Chiara Lubich: la scrittura e la scrittrice

 
Avevo visitato la mostra del centenario di Chiara Lubich in occasione della sua inaugurazione. Oggi mi ha parlato in maniera nuova. Mi ha quasi commosso. Allestita nel centro museale “Le Gallerie” a Trento espone foto e documenti di grande impatto, che ambientano la vita di Chiara e ne offrono le principali tappe.
Vi sono originali o riproduzioni di testi di primaria importanza, come i quaderni di scuola, “Resurrezione di Roma” (ne vedo per la prima parte il manoscritto!), “Ho un solo Sposo”… 


Ho trovato anche una foto del 1996 dove sono con Chiara attorno allo stesso tavolo per lo studio della Scuola Abbà (anche questa foto la vedo per la prima volta). Di grande impatto lo scenario iniziale, con i volti di quanti hanno seguito Chiara nella sua divina avventura. Alcuni li ho conosciuti e li conosco, ma la maggior parte mi sono ignoti, eppure mi sono tutti fratelli e sorelle. È l’idea di un intero popolo che cammina unito. La disposizione a cerchio dei pannelli giganti ti prende dentro in prima persona e ti fa sentire parte di un nuovo mondo.

 

La visita guidata è avvenuta subito dopo l’apertura del 2° Convegno internazionale di studi linguistici e letterari dedicato a Chiara Lubich: “Un approccio linguistico, filologico e letterario ai suoi scritti”. Il convegno era stato rimandato a causa della pandemia, eppure questo fenomeno continua a condizionalo: nella sala siamo presenti soltanto una trentina di persone, mentre tutti gli altri, un centinaio di partecipanti, devono seguire on line, da Paesi di tutti i continenti. 
Si annunciano tre giorni intensi, con interventi provenienti da ogni dove. Oggi i contributi sono stati undici, a cominciare dal biografo di Chiara, Mauro Gentilini e dal professore Paolo Marangon dell’Università di Trento, partner dell’evento.

 

La giornata è iniziata con “interventi istituzionali”, tra i quali anche il mio in quanto responsabile della Scuola Abbà che, attraverso il gruppo della linguistica, ha organizzato il convegno. 
Le mie poche parole hanno riguardato un elemento ermeneutico per me di particolare importante: la comprensione di una dottrina non può prescindere dalla persona che la propone, soprattutto quando una dottrina è frutto di una esperienza. Da qui il mio augurio perché lo studio sul linguaggio di Chiara Lubich porti ad una più profonda comprensione di Chiara Lubich scrittrice.

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