sabato 12 settembre 2020

Quante volte devo perdonare?

“Quante volte devo perdonare mio fratello? Sette volte?” (Mt 18, 21-35)
Quella di Pietro è una questione teorica o si riferisce davvero a suo fratello, ad Andrea?
Chi lo sa. In ogni caso la risposta di Gesù è sconcertante: Perdona settanta volte sette, ossia sempre…
La parabola sposta però l’accento, da “quante volte” a “perché”: perché devo perdonare? Perché io per primo ho bisogno d’essere perdonato!
La domanda vera allora è diversa: come devo guardare l’altro?
È facile vedere nell’altro gli sbagli e quindi è naturale giudicarlo.

Ma subito mi vengono alla mente altre parole di Gesù, dal Vangelo di Luca che leggiamo in questi giorni feriali:
“Con la misura con cui misurate sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6, 38).
“Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo?” (Lc 6, 42).
“Caricate gli uomini di pesi insopportabili e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito” (Lc 11, 46).

La conseguenza è logica:
“Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6, 37).
Mi metto davanti all’altro come vorrei che Dio si mettesse davanti a me,, con la stessa misericordia e compassione che vorrei ricevere io: “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”.

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