giovedì 21 maggio 2020

Il tempo e i tempi - Per una nuova armonia



“Potrebbe succedere di peggio: che non funzioni internet”. Una delle tante battute ad affetto di questo periodo di coronavirus.
Per fortuna abbiamo internet, che ci consente la comunicazione, i contatti, la vicinanza. Abbiamo riscoperto tanti rapporti e tanti legami si sono approfonditi.

Come in ogni medaglia, anche questo aspetto ha una seconda faccia: la perdita dei ritmi e dei tempi.
Si può telefonare a ogni ora e in ogni tempo? In questo nuovo mondo della comunicazione credo che occorra imparare a gestire il rispetto dell’altro e i propri tempi.
Non posso entrare nel mondo dell’altro non importa quando: ci sono certi orari da rispettare. Io stesso devo trovare i tempi adatti per me e per gli altri.

Di domenica continuano ad arrivarmi email di lavoro dall’università e altre richieste di lavoro. Anche il lavoro ha un suo ritmo, comincia ad un certo momento della giornata e termina ad un altro. Va rispettato per igiene mentale e per mantenere rapporti sani con le persone. Perché essere invadenti nei momenti che non sono dedicati al lavoro?
Anche la settimana ha i suoi ritmi. La domenica continua ad essere un tempo sacro, dedicato a Dio, alla famiglia, al riposo, agli altri. Anche questo tempo va rispetto.
Ogni cosa ha il suo tempo.
Ridoniamo ordine e armonia alla vita d’ogni giorno.

A proposito di armonia. Da oltre orceano mi è arrivato, assieme alla foto che allego, un’eco del blog di domenica scorsa, “Eppure la vita continua”:
“Oggi, ho sentito e visto il soffio di Dio, che suonava gli strumenti a fiato delle foglie e dell’erbe nell’orchestra della natura.
L'armonia nella varietà di note era veramente mistica!


Mi giunge anche una bellissima l'eco di quanto ho scritto sul coronavirus come tempo propizio che io ci dona:

Caro Fabio, non consulto regolarmente il tuo blog, ma l'altro giorno ci sono tornata e oggi, nella festa di Sant'Eugenio, desidero dirti grazie per i tuoi post sul "Coronavirus come tempo propizio che Dio ci dona". Grazie perché, con parole di chi se ne intende, hai saputo esprimere bene ciò che lo stato d'animo mi suggerisce dall'inizio di questo tempo particolare, che molti continuano a chiamare "tempo sospeso" (e per certi versi lo è) ma che invece io avverto come tempo fecondo, come opportunità, da vivere in pienezza, nel "qui ed ora", con la responsabilità (ed il desiderio interiore che scalpita!) di non accontentarci di tornare alla "normalità" di prima, soprattutto come chiesa. E grazie in particolare per aver risvegliato in me la consapevolezza che questo "sentire" è segno di appartenenza, è particolare del carisma oblato, del carisma di Eugenio, che al termine della Rivoluzione non si è accontentato di tornare alla pastorale ordinaria. Come lui e come molti, anch'io non so come fare, non ci sono "istruzioni per l'uso" già pronte per l'oggi, ma so che non devo smettere di amare e non devo lasciare nulla di intentato! Molto difficile viverlo da sola dentro una "mentalità di parrocchia" che, seppur con grandi sforzi messi in campo per rinnovarsi, questo lo devo riconoscere, è sempre tentata di far rientrare tutto dentro schemi consolidati, che danno apparente sicurezza ma che allo stesso tempo "mettono le briglie allo Spirito Santo": Ho sempre la sensazione di starci stretta! Sono solo sensazioni che condivido, senza nessuna preparazione teologica, pastorale o di altro genere per poter fare valutazioni!
Il Padre Generale nella sua lettera fa riferimento all'affermazione di un prenovizio: "Siamo nati per tempi come questo". Ne sono convinta da quando ho sentito Papa Francesco pronunciare il suo Discorso al Convegno ecclesiale di Firenze. Gli Oblati sono una congregazione per l'oggi, attuale più che mai!   
Buona festa di Sant'Eugenio così! Da parte mia con questo rinnovato slancio ad essere sempre nuova, con l'aiuto dello Spirito Santo che continuamente mi sostiene! È una grazia! Con il desiderio di riuscire a guardare il mondo, come Eugenio, attraverso gli occhi di Cristo Crocifisso.
E con l'aiuto di Maria Immacolata, nostra madre. Prego per voi Oblati e conto sulla tua preghiera per essere ciò che devo essere e per il rinnovato dono dell'amore scambievole con le persone che sento parte integrante di questo percorso della mia vita e con cui mi sento chiamata a condividere questa vocazione e missione.

Oggi vivrò questa festa visitando e portando conforto agli ultimi, quei poveri che Eugenio amava, alcune famiglie che questa emergenza ha ulteriormente impoverito.

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