Con l’incontro
di Tommaso il Vangelo di Giovanni sembrerebbe concluso. Ci sono invece ulteriori
parole del Risorto.
La scena
questa volta si sposta sul mate di Tiberiade dove Pietro con un gruppo di altri
apostoli è tornato a pescare. Il Signore si manifesta loro stando sulla riva,
all’alba, mentre i sette stanno tornando dopo una notte infruttuosa.
“Figlioli,
non avete nulla da mangiare?”. La risposta è secca e categorica: “No” (21, 5).
Li aveva
chiamati “fratelli”. Adesso torna a chiamarli “figlioli”, paidioi, bambini,
fanciulli, come si era rivolto loro nel cenacolo durante l’ultima cena.
Gesù
appare come un padre premuroso. Si interessa dell’esito della pesca, vuol
sapere se hanno in serbo qualcosa da mangiare.
Se oggi
Gesù rivolgesse la stessa domanda, ci sarebbero milioni di voci che darebbero
la stessa risposta: “No”. Non ci si crede, ma ancora oggi milioni di uomini,
donne, bambini, continuano a morire di fame. “Figlioli, non avete nulla da
mangiare?”. Per questo ci rivolgiamo al Padre e gli chiediamo: “Dacci oggi il
nostro pane quotidiano”. Per questo Gesù continua a ripetere: “Date voi stessi
da mangiare”.
La barca
si sta avvicinando alla riva, ed è vuota. È la barca di Pietro, divenuta
simbolo della Chiesa. Quanto lavoro, quanta fatica, e la barca rimane vuota.
Gesù li ha fatti pescatori di uomini, ma la loro barca rimane vuota. Pietro è
andato a pescare di sua iniziativa, come fosse affar suo: lavoro infruttuoso.
Gesù si rivolge
ancora a loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”
(21, 6). Come per incanto la rete si riempie all’inverosimile. “È il Signore!”
esclama il discepolo prediletto.
Certo,
chi altro poteva essere? È lui che guida la barca di Pietro, anche nei momenti
più bui. L’aveva detto: “Senza di me non potete far nulla” (15, 5). Con lui che
dirige le manovre e con loro che le eseguono docilmente, la sterilità diventa improvvisamente
feconda.
Ora è la
rete di Pietro a simboleggiare la Chiesa. Ha raccolto una “grande quantità di
pesci”, per l’esattezza “centocinquantatré grossi pesci”. Si sono messi a
contarli? Ma quando mai. Forse un numero simbolico per dire tanti. Quando Gesù
è all’opera e la Chiesa si rende suo strumento la pesca di uomini è
incredibilmente abbondante. E benché i pesci fossero tanti “la rete non si
squarciò” (21, 11): lo stesso verbo usato per la tunica di Gesù, che non fu
squarciata dai soldati romani (19, 24). Come la rete, come la tunica, la Chiesa
rimane comunque una.
“Portate
un po’ del pesce che avete pescato ora” (21, 10). Ma la tavola è già imbandita
ed egli, come padre di famiglia, raccoglie attorno ad essa i figlioli, come
aveva fatto a Emmaus, nel cenacolo… Ho già preparato la grigliata: “un fuoco di
brace con del pesce sopra, e del pane” (21, 9).
“Venite a
mangiare” e prese il pane e lo diede loro (21, 12-13). Come aveva già fatto su
quel lago quando moltiplicò i pani per le folle (6, 11). Farà sempre così: ogni
volta che viene spezzato il pane “in sua memoria” egli si manifesta ai
discepoli e li sfama.
“Venite a
mangiare”. Soltanto il Risorto può saziare la fame di chi non ha nulla da
mangiare.
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